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AMSTERDAM

2014

28 - 31 marzo 2014

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Finalmente di nuovo in partenza per una nuova avventura...beh avventurina dai!!

Purtroppo non ho ancora avuto il tempo di mettere nero su bianco l'esperienza sudafricana che sono già stato a Lisbona e Parigi, vuoi per lavoro, vuoi per piacere... Il tempo non basta mai per fare i viaggi che si desiderano, figuriamoci per raccontarli!!

Ma visto che questo programma è un po' più "rilassato" ho il tempo di buttare giù qualche riga ogni sera, almeno spero.

Ho deciso di cambiare un po' il modo di raccontare le mie avventure. D'ora in poi cercherò di evitare le descrizioni troppo particolareggiate su "cosa vedere": per questo ci sono già le guide turistiche. Ognuno ha i suoi gusti e i suoi tempi ed è giusto che si crei il proprio itinerario su misura senza sottostare a tour precostruiti, nel pieno dello spirito dei viaggi da 2 soldi "taylor made".

Quello che vorrei trasmettere con i miei racconti sono le sensazioni generali che si provano in un luogo, condite con qualche aneddoto o curiosità carina. In questo modo spero di aiutarvi a capire se la destinazione a cui state pensando faccia davvero per voi.

Ma torniamo alla minivacanzina ad Amsterdam, si sa la primavera è tempo di capitali!

Siamo buona parte del "team" sudafricano: squadra che vince non si cambia. Però questo viaggio sarà più all'insegna del relax (per quanto un viaggio da 2 soldi possa esserlo!!!) e quindi bannate le sveglie all'alba a cui ci eravamo abituati nell'emisfero australe. Più che azzeccata la scelta del volo a metà mattinata. Atterraggio all'una e mezza e alle tre meno un quarto stiamo già lasciando il nostro hotel nel cuore di Amsterdam dopo aver preso possesso delle nostre stanze: viaggi da 2 soldi, ma organizzazione super! (modestamente...)

Amsterdam ci sembra subito una città a misura d'uomo, e soprattutto di bicicletta! Nella capitale olandese abitano 750 mila persone, ma ci sono un milione di biciclette. Sfrecciano ovunque coi loro super campanelloni che avvertono i turisti sprovveduti dell'incombere del pericolo.

In compenso di sono davvero poche auto, ma un sacco di gente in giro, e un sacco di birra che scorre. Dopo il nostro spuntino/pranzo e la nostra prima caraffa di birra ci incamminiamo tra le vie e i canali per la prima esplorazione.


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La città è davvero bella, è di quelle che io adoro, le definisco le "città omogenee". Quelle città dove cammini cammini, ma sei sempre circondato da un'architettura simile che non cozza mai con quella dell'edificio vicino. Tutto è armonico e dopo qualche passeggiata ti senti immerso nel bello senza mai avvertire che qualcosa non va. È la sensazione che ho provato camminando nelle vie di Parigi o nel più modesto centro di Torino.  Queste due città però, hanno ad un certo punto le loro "superstar", qui invece, ti sembra che non ci sia mai nessun edificio degno di attenzioni superiori rispetto agli altri. Per capirci, mentre cammini in un susseguirsi di palazzi uno più bello dell'altro, ad Amsterdam non arrivi mai a qualcosa che possa competere con Notre Damme o, per rimanere nell'esempio precedente, alla Mole Antonelliana. Rimani in un limbo come se ti mancasse sempre la ciliegina sulla torta.

Venerdì pomeriggio ci siamo gustati una bella passeggiata in una città dove l'acqua è l'elemento predominante. Ecco forse la star della città: l'acqua. Affacciarsi dai ponti per guardare battelli lunghissimi fare inversione ad U in canali dove a malapena credevamo potessero navigare. Attraversare ponti e ponticelli e renderci conto che dopo la bici la barca è forse il mezzo più comodo per spostarsi in città.

Ci stiamo ambientando, rischiamo sempre meno di venire investiti delle biciclette sfreccianti. Riusciamo quasi a capire qual è la porzione di strada dedicata ai pedoni, quale alle auto e ai tram e quando crediamo di essere sicuri ecco un clacson. Questo non era un marciapiede, ma una delle poche porzioni di strada riservata alle auto, va beh: ricominciamo da capo...

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Un altro bel passatempo è ammirare i migliaia di olandesi e turisti seduti ai tantissimi tavolini all'aperto mentre sorseggiano caraffe di birra e notare che solo i tavolini al sole sono occupati. Incredibile come due bar uno di fronte all'altro possano avere uno il dehor pieno mentre l'altro rimane deserto solo perché all'ombra.

Le abitazioni e gli edifici di questa capitale sono davvero curiosi. Tutti sappiamo che gli olandesi hanno strappato il loro paese al mare ed è quindi facilmente immaginabile che le fondamenta delle case poggino su pali (un tempo in legno, oggi in cemento) conficcati nel terreno sotto l'acqua un po' come a Venezia. Ma se ci pensiamo bene non è facile far sorreggere un edificio da qualche palo di legno. Infatti una antica normativa, e la fisica stessa, obbligavano i costruttori a progettare case con molte finestre e con al massimo tre piani di altezza in modo da non appesantirle troppo. Agli architetti non rimaneva più molto con cui sbizzarrirsi, ed ecco che allora si sono inventati frontoni e cornicioni di ogni tipo e fattura che con gli anni sono diventati sempre più elaborati.

Oltre ai vincoli per l'altezza, esistevano anche vincoli sulla larghezza delle abitazioni. A dire la verità questo non era un proprio e vero vincolo architettonico, ma un modo per aggirare la tassazione che era in base alla larghezza della facciata. L'obbiettivo diventava quindi costruire edifici più stretti possibile: la casa più stretta di Amsterdam, e del mondo, si trova all’indirizzo Singel 7 ed è poco più larga della tua porta d'ingresso.

Camminando per le vie della Venezia del nord però non potrete fare a meno di notare che le case sono praticamente tutte "storte". Sì, la facciata di quasi la totalità degli edifici "pende" in avanti. L'Olanda è sempre stata una nazione legata al mare e anche la sua capitale nasce mercantile. Ogni edificio era di solito dotato di magazzini per la merce posizionati all'ultimo piano.  Far salire le merci, o anche solo il mobilio durante un trasloco, per le scalette di una casa progettata il più stretto possibile non doveva essere troppo facile. Gli olandesi si sono quindi inventati un paranco sporgente dall'ultimo piano al quale agganciavano una carrucola esterna. Per diminuire la possibilità che il carico strisciasse sulla facciata, oltre ad allungare il trave di sostegno della carrucola, hanno semplicemente inclinato la facciata in avanti. Ecco spiegato il mistero delle case inclinate di Amsterdam. Questo spiega il fenomeno solo in parte, perché molte sono anche inclinate lateralmente, ma credo che quello sia dovuto semplicemente alla precarietà di questo tipo di fondamenta soprattutto se ci aggiungiamo il fatto che cercavano di farle più strette e alte possibile.

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I primi due giorni di visita trascorrono così: tra una passeggiata sui i canali e qualche drink nei dehor al sole. Domenica, invece decidiamo di "mettere il naso" fuori dalla cerchia dei canali cittadini e dare un occhiata alla campagna circostante.

In questa occasione scopriamo che, se Amsterdam è bella, il "countryside" è forse anche meglio. Se e quando visiterete la capitale olandese non dimenticate di ritagliarvi almeno un pomeriggio per i paesaggi più tranquilli lì intorno. Una miriade di campi ritagliati da altrettanti canali e puntinati dai mulini a vento. La forza del vento è sempre stata sfruttata dagli olandesi per fare qualunque cosa e, in antichità, principalmente per azionare le pompe che tengono l'acqua lontana da questo paese sotto il livello del mare. Ci sono sicuramente stagioni che meritano più e località che offrono maggiori attrattive rispetto ad altre, quindi valutate bene le vostre scelte, ma provate questa esperienza. Credo proprio che l'Olanda intera vada visitata per bene.

Terminiamo la nostra visita di Amsterdam il lunedì, con la casa di Anna Frank e il Museo Van Gogh. Queste sono davvero due perle della città. Toccanti ed emozionanti per diversi motivi facilmente intuibili, meritano entrambe la visita.

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La quantità e la qualità dei musei di Amsterdam compensa pienamente la mancanza, se vogliamo, di famose eccellenze architettoniche. Ce ne sono davvero per tutti i gusti... vanno da quelli appena citati, ai rinomati Rembrandthuis e Rijksmuseum, fino ai più banali come la fabbrica dell'Heineken, quella dei diamanti e i vari musei del sesso. Ah già il sesso gioca un ruolo molto importante nella capitale olandese. La prostituzione in questa città risale al XIII secolo, periodo in cui Amsterdam non era che un piccolo porto. Intorno alla fine del 1400 si era diffusa a tal punto, dato il sempre maggiore afflusso di marinai, che si tentò di circoscriverla. Le prostitute che oltrepassavano la zona loro assegnata venivano fatte indietreggiare al suono di pifferi e tamburi. I calvinisti con la loro rivolta cercarono di dichiarare la prostituzione illegale, ma i loro tentativi si rivelarono inefficaci, e con la metà del XVII secolo la prostituzione venne tollerata apertamente. Nel 1850 Amsterdam contava oltre 200.000 abitanti e 200 bordelli.

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Al termine di questa "mini avventura" voglio elencare alcune delle attrattive degne di nota della città, alcune delle quali vi risulteranno imperdibili, mentre altre tralasciabili a seconda dei vostri gusti. Diciamo che per avere un panoramica completa di Amsterdam io non tralascerei:
  • L'antica corte del Begijnhof costruita come residenza per la confraternita delle beghine che si prendevano cura dei meno abbienti.
  • Il Bloemenmarkt: il piccolo e grazioso mercato di fiori, l'ultimo mercato galleggiante della città.
  • Il quartiere a luci rosse (che ho trovato molto più caratteristico e animato la notte rispetto alle ore di luce).
  • L' Albert Cuypstraat market: il più grande mercato olandese.
  • Il quartiere di Jordaan con il Brouwersgracht (il vecchio canale dei birrai) e il Noordermarkt (un altro mercatino carino). Gli ugonotti che si rifugiarono in questo quartiere all'epoca delle persecuzioni religiose, erano soliti chiamarlo jardin (giardino), che diventò con gli anni Jordaan.
  • Almeno un paio di Hofjes: i vecchi ospizi che, dietro a facciate anonime, nascondono graziosi e tranquilli giardini. Prima della rivolta protestante, era la chiesa cattolica che si prendeva cura dei poveri e degli anziani. Successivamente, tra il XVII e XVIII secolo, i ricchi mercanti e le organizzazioni protestanti assunsero questo ruolo costruendo centinaia di ospizi disposti attorno a corti interne: conosciuti come hofjes, fu l'inizio del sistema previdenziale olandese.
  • Una delle "chiese segrete" nascoste nei solai delle case dopo che la riforma protestante vietò in olanda il culto cattolico.
  • Una crociera su uno dei barconi che navigano tra i canali per una prospettiva diversa della città.
  • A seconda delle vostre passioni ed interessi, vi raccomando di visitare almeno un paio dei numerosi musei della città.


In conclusione devo ammettere che, se in un primo momento la città lascia un pochino di sapore di delusione in bocca, col passare del tempo c'è se ne innamora piano piano. È una capitale, ma rimane a misura d'uomo e anche se non è una città grandissima offre ogni cosa.

Sia che la si visiti alla ricerca dell'aspetto culturale, piuttosto che con l'occhio teso ai divertimenti non si può che rimanere soddisfatti. Ma l'idea che mi sono fatto è che Amsterdam sia una città da vivere piuttosto che da visitare in qualche giorno. Quindi il mio consiglio è quello di assaporarla lentamente piuttosto che cercare chissà quale monumento.


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