La storia della Colombia
Quella che ripercorrerò in questa pagina è a grandi linee la storia della Colombia. In alcuni luoghi troverete poi gli avvenimenti più importanti che hanno caratterizzato quella zona.
Basandosi sui resti archeologici, il popolamento del territorio dell'attuale Colombia dovrebbe essere iniziato tra l'11.000 e il 20.000 a.C.
Tra il 5000 e il 1000 a.C., le tribù di cacciatori-raccoglitori si stanziarono e formarono delle società agricole; furono stabiliti insediamenti fissi e apparve la ceramica.
In tutto il periodo precolombiano, fiorirono qui due delle civiltà più avanzate delle Americhe: le Civiltà Chibcha o Muisca e quella Tairona.
Gli spagnoli si insediarono lungo la costa nord dell'attuale Colombia attorno al 1500.
Il vicereame si ingrandì fino ad includere alcune altre province del nord ovest sudamericano che erano precedentemente state sotto la giurisdizione del vicereame di Nuova Spagna o Perù, e che corrispondono principalmente agli odierni territori di Venezuela, Ecuador e Panama. La capitale era Santa Fé de Bogotá che divenne una delle principali città amministrative del dominio spagnolo nel Nuovo Mondo, insieme con Lima e Città del Messico,
La storia della Colombia come Repubblica comincia solo dopo l'indipendenza dalla Spagna il 20 luglio 1810 insieme con le altre colonie spagnole dell'America meridionale come il Venezuela, l'Ecuador, il Perù e la Bolivia (Panama è stato un dipartimento della Colombia fino al 1904).
Una lunga guerra di indipendenza, condotta da Simón Bolívar e da Francisco de Paula Santander, terminò a seguito della battaglia di Boyacà, il 7 agosto 1819. Quell'anno il Congresso di Angostura stabilì la Repubblica della Grande Colombia, che includeva tutti territori sotto la giurisdizione del vicereame di Nuova Granada.
Simòn Bolìvar venne eletto primo presidente della Grande Colombia, e Francisco de Paula Santander venne eletto vicepresidente.
Una volta che, nel 1830, si dissolse la Grande Colombia, il Dipartimento di Cundinamarca al suo interno, divenne un nuovo stato: la Repubblica di Nuova Granada. Nel 1863 il nome di repubblica venne cambiato in Stati Uniti di Colombia, e nel 1886 la nazione adottò il suo nome attuale: Repubblica di Colombia.
Col passare del tempo crebbe il conflitto fra le diverse visioni politiche: quella del partito conservatore, per un governo fortemente centralizzato e un'alleanza con la Chiesa Cattolica Romana e quella liberale, che sosteneva l'idea di un governo decentralizzato. I liberali videro in Santander un loro precursore per le sue inclinazioni federaliste, mentre i conservatori cercarono di utilizzare politicamente la figura di Bolìvar.
Durante la storia della Colombia, il potere è stato preso tre volte dai militari: nel 1830, dopo la dissoluzione della Grande Colombia, nel 1854, e dal 1953 al 1957. Nei primi due casi entro un anno venne ristabilito un governo regolare.
Nonostante la nazione segua istituzioni democratiche, la storia della Colombia è stata anche caratterizzata da ampi e violenti conflitti. Due guerre civili sono state il risultato dell'aspra rivalità tra il partito conservatore e il partito liberale. La guerra dei mille giorni (1899 – 1902) costò circa 100.000 vite, e quasi 300.000 persone morirono durante La Violencia (La Violenza), uno scontro esploso tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta in seguito all'assassinio del candidato liberale popolare Jorge Eliecèr Gaitàn.
Un golpe militare nel 1953 spodestò il governo del conservatore Laureano Gomèz e portò al potere il generale Gustavo Rojas Pinilla. Inizialmente Rojas godette di un considerevole supporto popolare, dovuto principalmente al suo successo nel sedare La Violencia. In seguito però non ripristinò un governo democratico e venne destituito dai militari nel 1957 (azione supportata da entrambi i partiti politici). Si creò allora un governo provvisorio.
Nel luglio 1957, l'ex presidente conservatore Laureano Gomez e l'ex presidente liberale Alberto Lleras Camargo sottoscrissero la Dichiarazione di Sitges, nella quale proponevano un Fronte Nazionale in cui i partiti liberale e conservatore avrebbero governato insieme.
Si è soliti indicare il 1964 come l'anno di inizio della guerra civile colombiana. In quell'anno infatti vennero fondate le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane), che riunirono in una sola organizzazione le formazioni armate contadine che avevano rifiutato di deporre le armi (liberali) e quelle che praticavano l'autodifesa armata (dirette dal Partito Comunista).
Le elezioni del 1970 vennero caratterizzate da fortissimi sospetti di imbrogli elettorali, il che portò alla fondazione del movimento di guerriglia M-19.
Dal 1974 fino al 1982 i diversi schieramenti politici del paese scelsero di concentrare i propri sforzi per porre fine ai frequenti colpi di stato che avevano caratterizzato il sistema politico colombiano.
Dal 1982, percependo un indebolimento del FARC e avendo ottenuto numerosi successi contro l'M-19, l'amministrazione del liberale Julio César Turbay Ayala impose un particolare decreto di stato d'assedio attraverso il quale il presidente attuò una durissima repressione (numerose furono le accuse di violazione dei diritti umani) nei confronti dei guerriglieri sospetti o catturati.
L'insoddisfazione dei cittadini, dovuta all'inasprirsi del conflitto, portò all'elezione del presidente Belisario Betancur, un conservatore che nel 1984 negoziò un cessate il fuoco con il FARC e con il M-19 a seguito della liberazione di molti guerriglieri imprigionati.
Durante lo svolgimento di tutti questi eventi, il crescente traffico di sostanze stupefacenti all'interno del territorio colombiano stava prendendo piede come uno dei motivi principali della guerra civile colombiana. Nuovi disordini scoppiarono infatti tra i guerriglieri e i nuovi ricchissimi signori della droga. Addirittura nel 1981 venne creata la MAS (Muerte a Secuestradores) un'associazione criminale creata dai familiari delle persone appartenenti al cartello della droga rapite dai guerriglieri.
Tra le vittime principali del cartello della droga figurò anche il ministro della giustizia Rodrigo Lara Bonilla, assassinato nel 1984.
Il cessate il fuoco concordato con la M-19 si concluse quando il guerriglieri ricominciarono a combattere nel 1985. Il 6 novembre 1985 la M-19, irruppe nel palazzo di giustizia colombiano e fece ostaggi i magistrati della Corte Suprema. Nelle sparatorie susseguenti dovute al confronto con le forze dell'ordine morirono molte persone, tra cui influenti membri dell'organizzazione dei guerriglieri.
La tensione crebbe presto. Il governo di Virgilio Barco Vargas (1986-1990), oltre a continuare ad avere difficoltà nei complessi negoziati con i guerriglieri, ebbe un duro confronto anche con i signori della droga, i quali instaurarono un clima di terrore per rispondere alla politica governativa in favore della loro estradizione all'estero.
I successivi governi hanno dovuto avere a che fare con la violenza e la corruzione dei guerriglieri, paramilitari e narcotrafficanti usando sia la forza che il negoziato. I narcotrafficanti assassinarono tre candidati presidenziali prima che venisse eletto Cesar Gaviria Trujillo, nel 1990. Dalla morte del leader del cartello di Medellín Pablo Escobar, durante una sparatoria con la polizia nel dicembre 1993, gli atti di violenza dei narcotrafficanti sono da ricondursi a una serie di piccole e frammentate organizzazioni criminali di commercianti di droga, che principalmente protestano contro alcune politiche del governo, inclusa l'estradizione.
Non c'è un'unica spiegazione ai problemi recenti della Colombia, ma sicuramente alcuni dei motivi principali sono da ricondursi a una scarsa presenza del governo in alcune vaste aree dell'entroterra del paese, all'espansione delle coltivazioni di droghe illegali, alla diffusissima violenza e alle enormi differenze sociali.
Stanca di violenze, rapimenti e strade troppo pericolose, la Colombia decise di scegliere come presidente un intransigente uomo di destra: Álvaro Uribe Vélez, un politico originario di Medellín il cui padre era stato ucciso dalle FARC. Il neopresidente non esitò a mettere immediatamente in atto due programmi paralleli, ovvero una decisa lotta militare contro i gruppi come le FARC e l’offerta di smobilitazione a entrambe le parti.
Persino i critici più severi di Uribe sono stati costretti a riconoscere che la maggior parte dei progressi intrapresi dalla Colombia è avvenuta sotto la sua guida. In particolare, dal 2002 al 2008 si registrò una diminuzione degli omicidi pari al 40% e le strade del paese vennero liberate dai blocchi presidiati con le armi dalle FARC.
Nel marzo del 2008 Uribe approvò una rischiosa missione militare che prevedeva il lancio di bombe oltre il confine con l’Ecuador e che portò all’uccisione del leader delle FARC Raúl Reyes. Va però detto che questa operazione rischiò di trascinare il paese in guerra, in quanto il presidente venezuelano Hugo Chávez rispose immediatamente inviando carri armati al confine colombiano; per fortuna, la situazione non tardò a normalizzarsi.
La presidenza di Uribe fu comunque macchiata da una serie di scandali come quello dei falsos positivos (falsi positivi), giovani civili uccisi dall’esercito e spacciati per guerriglieri caduti in combattimento.
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Basandosi sui resti archeologici, il popolamento del territorio dell'attuale Colombia dovrebbe essere iniziato tra l'11.000 e il 20.000 a.C.
Tra il 5000 e il 1000 a.C., le tribù di cacciatori-raccoglitori si stanziarono e formarono delle società agricole; furono stabiliti insediamenti fissi e apparve la ceramica.
In tutto il periodo precolombiano, fiorirono qui due delle civiltà più avanzate delle Americhe: le Civiltà Chibcha o Muisca e quella Tairona.
Gli spagnoli si insediarono lungo la costa nord dell'attuale Colombia attorno al 1500.
Il vicereame si ingrandì fino ad includere alcune altre province del nord ovest sudamericano che erano precedentemente state sotto la giurisdizione del vicereame di Nuova Spagna o Perù, e che corrispondono principalmente agli odierni territori di Venezuela, Ecuador e Panama. La capitale era Santa Fé de Bogotá che divenne una delle principali città amministrative del dominio spagnolo nel Nuovo Mondo, insieme con Lima e Città del Messico,
La storia della Colombia come Repubblica comincia solo dopo l'indipendenza dalla Spagna il 20 luglio 1810 insieme con le altre colonie spagnole dell'America meridionale come il Venezuela, l'Ecuador, il Perù e la Bolivia (Panama è stato un dipartimento della Colombia fino al 1904).
Una lunga guerra di indipendenza, condotta da Simón Bolívar e da Francisco de Paula Santander, terminò a seguito della battaglia di Boyacà, il 7 agosto 1819. Quell'anno il Congresso di Angostura stabilì la Repubblica della Grande Colombia, che includeva tutti territori sotto la giurisdizione del vicereame di Nuova Granada.
Simòn Bolìvar venne eletto primo presidente della Grande Colombia, e Francisco de Paula Santander venne eletto vicepresidente.
Una volta che, nel 1830, si dissolse la Grande Colombia, il Dipartimento di Cundinamarca al suo interno, divenne un nuovo stato: la Repubblica di Nuova Granada. Nel 1863 il nome di repubblica venne cambiato in Stati Uniti di Colombia, e nel 1886 la nazione adottò il suo nome attuale: Repubblica di Colombia.
Col passare del tempo crebbe il conflitto fra le diverse visioni politiche: quella del partito conservatore, per un governo fortemente centralizzato e un'alleanza con la Chiesa Cattolica Romana e quella liberale, che sosteneva l'idea di un governo decentralizzato. I liberali videro in Santander un loro precursore per le sue inclinazioni federaliste, mentre i conservatori cercarono di utilizzare politicamente la figura di Bolìvar.
Durante la storia della Colombia, il potere è stato preso tre volte dai militari: nel 1830, dopo la dissoluzione della Grande Colombia, nel 1854, e dal 1953 al 1957. Nei primi due casi entro un anno venne ristabilito un governo regolare.
Nonostante la nazione segua istituzioni democratiche, la storia della Colombia è stata anche caratterizzata da ampi e violenti conflitti. Due guerre civili sono state il risultato dell'aspra rivalità tra il partito conservatore e il partito liberale. La guerra dei mille giorni (1899 – 1902) costò circa 100.000 vite, e quasi 300.000 persone morirono durante La Violencia (La Violenza), uno scontro esploso tra la fine degli anni quaranta e l'inizio degli anni cinquanta in seguito all'assassinio del candidato liberale popolare Jorge Eliecèr Gaitàn.
Un golpe militare nel 1953 spodestò il governo del conservatore Laureano Gomèz e portò al potere il generale Gustavo Rojas Pinilla. Inizialmente Rojas godette di un considerevole supporto popolare, dovuto principalmente al suo successo nel sedare La Violencia. In seguito però non ripristinò un governo democratico e venne destituito dai militari nel 1957 (azione supportata da entrambi i partiti politici). Si creò allora un governo provvisorio.
Nel luglio 1957, l'ex presidente conservatore Laureano Gomez e l'ex presidente liberale Alberto Lleras Camargo sottoscrissero la Dichiarazione di Sitges, nella quale proponevano un Fronte Nazionale in cui i partiti liberale e conservatore avrebbero governato insieme.
Si è soliti indicare il 1964 come l'anno di inizio della guerra civile colombiana. In quell'anno infatti vennero fondate le FARC (Forze Armate Rivoluzionarie Colombiane), che riunirono in una sola organizzazione le formazioni armate contadine che avevano rifiutato di deporre le armi (liberali) e quelle che praticavano l'autodifesa armata (dirette dal Partito Comunista).
Le elezioni del 1970 vennero caratterizzate da fortissimi sospetti di imbrogli elettorali, il che portò alla fondazione del movimento di guerriglia M-19.
Dal 1974 fino al 1982 i diversi schieramenti politici del paese scelsero di concentrare i propri sforzi per porre fine ai frequenti colpi di stato che avevano caratterizzato il sistema politico colombiano.
Dal 1982, percependo un indebolimento del FARC e avendo ottenuto numerosi successi contro l'M-19, l'amministrazione del liberale Julio César Turbay Ayala impose un particolare decreto di stato d'assedio attraverso il quale il presidente attuò una durissima repressione (numerose furono le accuse di violazione dei diritti umani) nei confronti dei guerriglieri sospetti o catturati.
L'insoddisfazione dei cittadini, dovuta all'inasprirsi del conflitto, portò all'elezione del presidente Belisario Betancur, un conservatore che nel 1984 negoziò un cessate il fuoco con il FARC e con il M-19 a seguito della liberazione di molti guerriglieri imprigionati.
Durante lo svolgimento di tutti questi eventi, il crescente traffico di sostanze stupefacenti all'interno del territorio colombiano stava prendendo piede come uno dei motivi principali della guerra civile colombiana. Nuovi disordini scoppiarono infatti tra i guerriglieri e i nuovi ricchissimi signori della droga. Addirittura nel 1981 venne creata la MAS (Muerte a Secuestradores) un'associazione criminale creata dai familiari delle persone appartenenti al cartello della droga rapite dai guerriglieri.
Tra le vittime principali del cartello della droga figurò anche il ministro della giustizia Rodrigo Lara Bonilla, assassinato nel 1984.
Il cessate il fuoco concordato con la M-19 si concluse quando il guerriglieri ricominciarono a combattere nel 1985. Il 6 novembre 1985 la M-19, irruppe nel palazzo di giustizia colombiano e fece ostaggi i magistrati della Corte Suprema. Nelle sparatorie susseguenti dovute al confronto con le forze dell'ordine morirono molte persone, tra cui influenti membri dell'organizzazione dei guerriglieri.
La tensione crebbe presto. Il governo di Virgilio Barco Vargas (1986-1990), oltre a continuare ad avere difficoltà nei complessi negoziati con i guerriglieri, ebbe un duro confronto anche con i signori della droga, i quali instaurarono un clima di terrore per rispondere alla politica governativa in favore della loro estradizione all'estero.
I successivi governi hanno dovuto avere a che fare con la violenza e la corruzione dei guerriglieri, paramilitari e narcotrafficanti usando sia la forza che il negoziato. I narcotrafficanti assassinarono tre candidati presidenziali prima che venisse eletto Cesar Gaviria Trujillo, nel 1990. Dalla morte del leader del cartello di Medellín Pablo Escobar, durante una sparatoria con la polizia nel dicembre 1993, gli atti di violenza dei narcotrafficanti sono da ricondursi a una serie di piccole e frammentate organizzazioni criminali di commercianti di droga, che principalmente protestano contro alcune politiche del governo, inclusa l'estradizione.
Non c'è un'unica spiegazione ai problemi recenti della Colombia, ma sicuramente alcuni dei motivi principali sono da ricondursi a una scarsa presenza del governo in alcune vaste aree dell'entroterra del paese, all'espansione delle coltivazioni di droghe illegali, alla diffusissima violenza e alle enormi differenze sociali.
Stanca di violenze, rapimenti e strade troppo pericolose, la Colombia decise di scegliere come presidente un intransigente uomo di destra: Álvaro Uribe Vélez, un politico originario di Medellín il cui padre era stato ucciso dalle FARC. Il neopresidente non esitò a mettere immediatamente in atto due programmi paralleli, ovvero una decisa lotta militare contro i gruppi come le FARC e l’offerta di smobilitazione a entrambe le parti.
Persino i critici più severi di Uribe sono stati costretti a riconoscere che la maggior parte dei progressi intrapresi dalla Colombia è avvenuta sotto la sua guida. In particolare, dal 2002 al 2008 si registrò una diminuzione degli omicidi pari al 40% e le strade del paese vennero liberate dai blocchi presidiati con le armi dalle FARC.
Nel marzo del 2008 Uribe approvò una rischiosa missione militare che prevedeva il lancio di bombe oltre il confine con l’Ecuador e che portò all’uccisione del leader delle FARC Raúl Reyes. Va però detto che questa operazione rischiò di trascinare il paese in guerra, in quanto il presidente venezuelano Hugo Chávez rispose immediatamente inviando carri armati al confine colombiano; per fortuna, la situazione non tardò a normalizzarsi.
La presidenza di Uribe fu comunque macchiata da una serie di scandali come quello dei falsos positivos (falsi positivi), giovani civili uccisi dall’esercito e spacciati per guerriglieri caduti in combattimento.
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