Corniglia, tutto quello che c’è da sapere
In questa pagina troverete la guida completa di Corniglia.
Per le informazioni pratiche su: trasporti e dove dormire date un’occhiata qui.
CAPIRE CORNIGLIA
Il borgo di Corniglia è l’unico delle Cinque Terre che non ha sbocco diretto sul mare. Per raggiungerlo dalla stazione è necessario salire la Lardarina, un’estenuante scalinata con oltre 350 gradini, oppure (come ho fatto io!!) prendere il piccolo bus compreso nella Cinque Terre Card che effettua corse ogni 10 min.
Il bus vi lascerà proprio dove la strada (carrozzabile) principale incrocia l’unica via (pedonale) del borgo.
LA VISITA
Scesi dall’autobus vi ritroverete proprio nel centro del piccolo borgo romano di meno di 200 abitanti.
Corniglia è avvolta dall'abbraccio di vigneti di Vernaccia: il celebre vino delle Cinque Terre i cui caratteristici terrazzamenti a fasce sono a sparsi tutt’intorno. Il nome Corniglia deriva infatti dal colono romano Corneliu, produttore dell’allora già noto vino bianco.
Il suo corposo nettare degli dei compare anche tra le righe del Decameron di Giovanni Boccaccio, quando racconta che il bandito Ghino di Tacco lo fece bere a un suo prigioniero: “Allora in una tovaglia bianchissima gli portò due fette di pane arrostito e un gran bicchiere di vernaccia di Corniglia”.
Imboccando via Friesci verso il mare vi avventurerete in quello che secondo me è uno dei più bei centri storici delle Cinque Terre. Arriverete presto al settecentesco largo Taragio dove spicca tra le case l’Oratorio di Santa Caterina. Questa antica chiesetta, chiamata anche Oratorio della presentazione di Maria o dei Disciplinati, è molto cara alla gente di Corniglia che fino al 1885 venerava la Vergine in un’altra chiesa sul promontorio che però venne distrutta da un terremoto. L’architettura dell’interno non è di particolare rilievo, ma nella cappella sono custoditi numerosi stendardi processionali dipinti su tessuto. una tempera e due oli su tela del XVIII secolo.
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CAPIRE CORNIGLIA
Il borgo di Corniglia è l’unico delle Cinque Terre che non ha sbocco diretto sul mare. Per raggiungerlo dalla stazione è necessario salire la Lardarina, un’estenuante scalinata con oltre 350 gradini, oppure (come ho fatto io!!) prendere il piccolo bus compreso nella Cinque Terre Card che effettua corse ogni 10 min.
Il bus vi lascerà proprio dove la strada (carrozzabile) principale incrocia l’unica via (pedonale) del borgo.
LA VISITA
Scesi dall’autobus vi ritroverete proprio nel centro del piccolo borgo romano di meno di 200 abitanti.
Corniglia è avvolta dall'abbraccio di vigneti di Vernaccia: il celebre vino delle Cinque Terre i cui caratteristici terrazzamenti a fasce sono a sparsi tutt’intorno. Il nome Corniglia deriva infatti dal colono romano Corneliu, produttore dell’allora già noto vino bianco.
Il suo corposo nettare degli dei compare anche tra le righe del Decameron di Giovanni Boccaccio, quando racconta che il bandito Ghino di Tacco lo fece bere a un suo prigioniero: “Allora in una tovaglia bianchissima gli portò due fette di pane arrostito e un gran bicchiere di vernaccia di Corniglia”.
Imboccando via Friesci verso il mare vi avventurerete in quello che secondo me è uno dei più bei centri storici delle Cinque Terre. Arriverete presto al settecentesco largo Taragio dove spicca tra le case l’Oratorio di Santa Caterina. Questa antica chiesetta, chiamata anche Oratorio della presentazione di Maria o dei Disciplinati, è molto cara alla gente di Corniglia che fino al 1885 venerava la Vergine in un’altra chiesa sul promontorio che però venne distrutta da un terremoto. L’architettura dell’interno non è di particolare rilievo, ma nella cappella sono custoditi numerosi stendardi processionali dipinti su tessuto. una tempera e due oli su tela del XVIII secolo.
Superato il piccolo slargo dopo un’altra cinquantina di metri arriverete al termine del borgo, proprio su un’imponente scogliera alta circa cento metri che offre viste splendide sul golfo del Tigulio.
Dall’altro lato di via Stazione invece si trova la porzione di borgo “a monte” dove sorge la parrocchia di San Pietro. Anch’essa in stile gotico genovese possiede una facciata impreziosita da uno stupendo rosone realizzato col marmo proveniente dalle cave della non troppo distante Carrara. Nella parte centrale riporta un cervo, che per tradizione rappresenta l’immagine del borgo, mentre nella corona esterna è adornato di teste umane.
L’esistenza di questa chiesetta a pianta basilicale a tre navate è documentata sin dal 1267, ma subì certamente una grande ristrutturazione nel XIV secolo quando fu conclusa anche la facciata.
CURIOSITÀ
Il 29 giugno di ogni anno si festeggiano i signori del borgo: i Fieschi, che portarono prosperità tra il 1254 e il 1276. Durante questa ricorrenza le casalinghe del luogo preparano la gigantesca torta Torta dei Fieschi a base di biscotti, cioccolato e panna, offerta poi a tutti i cittadini e i turisti presenti.
Dall’altro lato di via Stazione invece si trova la porzione di borgo “a monte” dove sorge la parrocchia di San Pietro. Anch’essa in stile gotico genovese possiede una facciata impreziosita da uno stupendo rosone realizzato col marmo proveniente dalle cave della non troppo distante Carrara. Nella parte centrale riporta un cervo, che per tradizione rappresenta l’immagine del borgo, mentre nella corona esterna è adornato di teste umane.
L’esistenza di questa chiesetta a pianta basilicale a tre navate è documentata sin dal 1267, ma subì certamente una grande ristrutturazione nel XIV secolo quando fu conclusa anche la facciata.
CURIOSITÀ
Il 29 giugno di ogni anno si festeggiano i signori del borgo: i Fieschi, che portarono prosperità tra il 1254 e il 1276. Durante questa ricorrenza le casalinghe del luogo preparano la gigantesca torta Torta dei Fieschi a base di biscotti, cioccolato e panna, offerta poi a tutti i cittadini e i turisti presenti.
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