Cosa si mangia in Islanda
La cucina islandese non è fatta solo di piatti estremi come lo squalo fermentato o la testa di pecora. Per gran parte della sua storia l’Islanda è stata una terra molto povera. Il suolo brullo e le difficili condizioni climatiche davano raccolti scarsi e i contadini-pescatori riuscivano a sopravvivere nutrendosi di carne ovina, pesce e uccelli marini. Non si scartava nessun pezzo di carne e soprattutto si cercava di conservare il cibo in ogni modo, ecco il perché di piatti tradizionali che ci sembrano così assurdi.
L’abbondanza di pesce nelle gelide acque del paese, i latticini innovativi (come lo skyr) e i freschissimi prodotti delle fattorie forniscono materie prime per una scena culinaria molto creativa e in pieno sviluppo, soprattutto a Reykjavík.
I migliori ristoranti islandesi si trovano nella capitale, ma al di fuori sono spuntati altri eccellenti locali anche se molto difficili da trovare. Questi appartengono perlopiù a produttori locali poco noti, come coltivatori, raccoglitori di cozze, allevatori di pecore e pescatori che offrono prodotti a km0. Quello che blocca spesso i turisti sono i prezzi proibitivi.
Tenete presente che la differenza di prezzo tra un ristorante eccezionale e uno mediocre è spesso minima, quindi vale la pena di scegliere i locali di alta qualità. Fuori dalle città però, non sempre si ha molta scelta: l’unico posto in cui mangiare qualcosa potrebbe essere il ristorante dell’albergo o la tavola calda della stazione di servizio. In genere i ristoranti sono aperti tutti i giorni dalle 11.30 alle 14.30 e dalle 18 alle 22, ma anche in estate la cucina potrebbe chiudere già intorno alle 21.
Come ho già scritto parlando degli alloggi, un'ottima alternativa che consente di risparmiare e poter mangiare anche più tardi è quella di cucinare da se nelle cucine comuni degli ostelli. Molti turisti decidono di portare alcune provviste dall'Italia in modo da limitare al massimo i costi islandesi.
Il pesce
Il pesce è sempre fresco ed è la colonna portante della cucina nazionale Di solito viene bollito, saltato in padella, cotto al forno o grigliato.
L’ho nominato prima e quando si parla di cucina islandese non si può non parlare dello hákarl (letteralmente squalo in islandese), noto anche come kæstur hákarl (squalo fermentato, o erroneamente "squalo putrefatto").
Si tratta della carne ottenuta principalmente da due specie di squalo: lo squalo groenlandese e lo squalo elefante. Lo hákarl ha un caratteristico odore di ammoniaca e un gusto simile al formaggio molto stagionato.
La carne fresca dello squalo appena pescato è dura, e non commestibile in quanto tossica. Dal momento che l'animale non possiede un sistema urinario come i mammiferi: l'urea e l'ossido trimetilamminico sono presenti nel sangue livelli elevati, per mantenere l'equilibrio elettrolitico dell'organismo degli squali con l'ambiente marino. La carne di squalo può perciò essere consumata solo dopo un lungo processo di trattamento, di cui lo hákarl islandese rappresenta uno dei rari esempi.
Molti islandesi si rifiutano di mangiarlo, e non se ne sono mai cibati nella loro vita. Cibarsi di hákarl è considerato dalla tradizione come segno di coraggio e di forza e viene proposto al turista straniero come una sorta di sfida.
Fu una scoperta fortuita: uno squalo venne tirato a terra e lasciato a marcire, dopodiché qualcuno pensò di appenderlo ad asciugare, ma nessuno ebbe il coraggio di assaggiarlo a causa della puzza. La leggenda narra che venne poi offerto da un contadino ad un magistrato pretenzioso e senza cuore che era solito chiedere in regalo pasti anche alle persone più povere. Il magistrato anziché accusare il colpo guarì dallo scorbuto.
Il merluzzo (þorskur) è il pesce principale. In passato gli islandesi tenevano per sé soltanto le guance e la lingua ed esportavano il resto, mentre oggi nei menu si trovano abitualmente filetti di merluzzo accanto a ýsa (eglefino), bleikja (salmerino artico) e la carne di skötuselur (rana pescatrice). Altri pesci che compaiono sulle tavole sono lúða (halibut), steinbítur (pesce gatto), sandhverfa (rombo), síld (aringa), skarkoli (platessa) e skata (razza). Durante l’estate si trovano silungur (trota d’acqua dolce) e villtur lax (salmone selvatico). L’eldislax è il salmone di allevamento, disponibile tutto l’anno e presente in moltissimi menu, soprattutto affumicato.
Nelle acque islandesi si pescano anche rækja (gamberi), hörpudiskur (capesante) e kræklingur (cozze); i periodi migliori per le cozze sono l’inizio e la fine dell’estate. Le humar (o leturhumar) sono una vera delizia: gli islandesi le considerano aragoste (troverete scritto ‘lobster’ sul menu in inglese), ma in realtà si tratta di scampi.
L’abbondanza di pesce nelle gelide acque del paese, i latticini innovativi (come lo skyr) e i freschissimi prodotti delle fattorie forniscono materie prime per una scena culinaria molto creativa e in pieno sviluppo, soprattutto a Reykjavík.
I migliori ristoranti islandesi si trovano nella capitale, ma al di fuori sono spuntati altri eccellenti locali anche se molto difficili da trovare. Questi appartengono perlopiù a produttori locali poco noti, come coltivatori, raccoglitori di cozze, allevatori di pecore e pescatori che offrono prodotti a km0. Quello che blocca spesso i turisti sono i prezzi proibitivi.
Tenete presente che la differenza di prezzo tra un ristorante eccezionale e uno mediocre è spesso minima, quindi vale la pena di scegliere i locali di alta qualità. Fuori dalle città però, non sempre si ha molta scelta: l’unico posto in cui mangiare qualcosa potrebbe essere il ristorante dell’albergo o la tavola calda della stazione di servizio. In genere i ristoranti sono aperti tutti i giorni dalle 11.30 alle 14.30 e dalle 18 alle 22, ma anche in estate la cucina potrebbe chiudere già intorno alle 21.
Come ho già scritto parlando degli alloggi, un'ottima alternativa che consente di risparmiare e poter mangiare anche più tardi è quella di cucinare da se nelle cucine comuni degli ostelli. Molti turisti decidono di portare alcune provviste dall'Italia in modo da limitare al massimo i costi islandesi.
Il pesce
Il pesce è sempre fresco ed è la colonna portante della cucina nazionale Di solito viene bollito, saltato in padella, cotto al forno o grigliato.
L’ho nominato prima e quando si parla di cucina islandese non si può non parlare dello hákarl (letteralmente squalo in islandese), noto anche come kæstur hákarl (squalo fermentato, o erroneamente "squalo putrefatto").
Si tratta della carne ottenuta principalmente da due specie di squalo: lo squalo groenlandese e lo squalo elefante. Lo hákarl ha un caratteristico odore di ammoniaca e un gusto simile al formaggio molto stagionato.
La carne fresca dello squalo appena pescato è dura, e non commestibile in quanto tossica. Dal momento che l'animale non possiede un sistema urinario come i mammiferi: l'urea e l'ossido trimetilamminico sono presenti nel sangue livelli elevati, per mantenere l'equilibrio elettrolitico dell'organismo degli squali con l'ambiente marino. La carne di squalo può perciò essere consumata solo dopo un lungo processo di trattamento, di cui lo hákarl islandese rappresenta uno dei rari esempi.
Molti islandesi si rifiutano di mangiarlo, e non se ne sono mai cibati nella loro vita. Cibarsi di hákarl è considerato dalla tradizione come segno di coraggio e di forza e viene proposto al turista straniero come una sorta di sfida.
Fu una scoperta fortuita: uno squalo venne tirato a terra e lasciato a marcire, dopodiché qualcuno pensò di appenderlo ad asciugare, ma nessuno ebbe il coraggio di assaggiarlo a causa della puzza. La leggenda narra che venne poi offerto da un contadino ad un magistrato pretenzioso e senza cuore che era solito chiedere in regalo pasti anche alle persone più povere. Il magistrato anziché accusare il colpo guarì dallo scorbuto.
Il merluzzo (þorskur) è il pesce principale. In passato gli islandesi tenevano per sé soltanto le guance e la lingua ed esportavano il resto, mentre oggi nei menu si trovano abitualmente filetti di merluzzo accanto a ýsa (eglefino), bleikja (salmerino artico) e la carne di skötuselur (rana pescatrice). Altri pesci che compaiono sulle tavole sono lúða (halibut), steinbítur (pesce gatto), sandhverfa (rombo), síld (aringa), skarkoli (platessa) e skata (razza). Durante l’estate si trovano silungur (trota d’acqua dolce) e villtur lax (salmone selvatico). L’eldislax è il salmone di allevamento, disponibile tutto l’anno e presente in moltissimi menu, soprattutto affumicato.
Nelle acque islandesi si pescano anche rækja (gamberi), hörpudiskur (capesante) e kræklingur (cozze); i periodi migliori per le cozze sono l’inizio e la fine dell’estate. Le humar (o leturhumar) sono una vera delizia: gli islandesi le considerano aragoste (troverete scritto ‘lobster’ sul menu in inglese), ma in realtà si tratta di scampi.
La Carne
L’agnello islandese ha un sapore molto particolare. D’estate incontrerete migliaia di pecore allo stato brado sugli altopiani e nelle valli che si nutrono di erba e piante prive di diserbanti chimici. La loro carne è tenerissima dal lieve sapore di selvaggina. Quasi tutti i ristoranti servono filetti, cotolette impanate e fritte in padella o agnello affumicato.
Anche le bistecche di manzo sono eccellenti, ma non si trovano facilmente e quindi costano di più. In Islanda si consuma anche la carne di cavallo, considerata una prelibatezza.
Gli altopiani dell’Islanda orientale sono popolati da renne selvatiche, per cui le bistecche di carne di renna compaiono spesso nei menu locali.
Anche i volatili hanno sempre fatto parte della dieta islandese: fra i piatti più comuni troverete la carne di lundi (pulcinella di mare), affumicata o arrostita in bocconcini. Un altro uccello marino che compare sulle tavole islandesi è lo svartfugl, spesso tradotto con ‘blackbird’ (merlo) sui menu in lingua inglese, anche se in realtà si tratta di un'uria.
Il tipico misto di carne islandese si chiama Þorramatur, è considerato il piatto nazionale islandese. Si consuma nei mesi invernali e consiste in un misto come teste di pecora alla brace, testicoli di montone, sanguinaccio, salsiccia di fegato, pesce secco.
I dolci
Non perdetevi lo skyr, un delizioso formaggio a base di latte vaccino scremato, molto simile allo yogurt. Nonostante il suo ricco aroma, in realtà ha un basso contenuto di grassi e molte proteine, e spesso viene mescolato a zucchero, frutta (come i mirtilli) e panna, che gli donano un gusto e una consistenza ancora più golosi. Lo skyr si trova in vendita in tutti i supermercati e viene servito come dessert nei ristoranti.
Gli altri dolci che si possono trovare nei menù e nelle panetterie sono: i pönnukökur (pancake), le kleina (frittelle) e le ástarpungar (‘palline d’amore’ di pasta fritta e speziata).
L’agnello islandese ha un sapore molto particolare. D’estate incontrerete migliaia di pecore allo stato brado sugli altopiani e nelle valli che si nutrono di erba e piante prive di diserbanti chimici. La loro carne è tenerissima dal lieve sapore di selvaggina. Quasi tutti i ristoranti servono filetti, cotolette impanate e fritte in padella o agnello affumicato.
Anche le bistecche di manzo sono eccellenti, ma non si trovano facilmente e quindi costano di più. In Islanda si consuma anche la carne di cavallo, considerata una prelibatezza.
Gli altopiani dell’Islanda orientale sono popolati da renne selvatiche, per cui le bistecche di carne di renna compaiono spesso nei menu locali.
Anche i volatili hanno sempre fatto parte della dieta islandese: fra i piatti più comuni troverete la carne di lundi (pulcinella di mare), affumicata o arrostita in bocconcini. Un altro uccello marino che compare sulle tavole islandesi è lo svartfugl, spesso tradotto con ‘blackbird’ (merlo) sui menu in lingua inglese, anche se in realtà si tratta di un'uria.
Il tipico misto di carne islandese si chiama Þorramatur, è considerato il piatto nazionale islandese. Si consuma nei mesi invernali e consiste in un misto come teste di pecora alla brace, testicoli di montone, sanguinaccio, salsiccia di fegato, pesce secco.
I dolci
Non perdetevi lo skyr, un delizioso formaggio a base di latte vaccino scremato, molto simile allo yogurt. Nonostante il suo ricco aroma, in realtà ha un basso contenuto di grassi e molte proteine, e spesso viene mescolato a zucchero, frutta (come i mirtilli) e panna, che gli donano un gusto e una consistenza ancora più golosi. Lo skyr si trova in vendita in tutti i supermercati e viene servito come dessert nei ristoranti.
Gli altri dolci che si possono trovare nei menù e nelle panetterie sono: i pönnukökur (pancake), le kleina (frittelle) e le ástarpungar (‘palline d’amore’ di pasta fritta e speziata).
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