La Moschea Blu
Sito internet
Informazioni utili
Questa è una moschea ancora in uso ed è chiusa ai non musulmani negli orari di preghiera. Questi variano durante l’anno e dipendono dall’alba e dal tramonto. Trovate gli orari aggiornati davanti all’ingresso.
L’ingresso è gratuito.
La visita
Sultanahmet camii o Sultan Ahmet camii, conosciuta in tutto il mondo come Moschea Blu è il vero simbolo religioso della città di Istanbul, un autentico capolavoro dell'architettura islamica.
La costruzione venne iniziata nel 1609 per volere del sultano Ahmed I che volle costruire una moschea a fianco di Santa Sofia per dimostrasse la potenza e la maestria ottomana, nonostante alcune sconfitte militari. Fu la prima moschea eretta ad Istanbul dopo quella di Solimano, costruita quarant’anni prima.
Per la sua costruzione il sultano diede fondo al denaro pubblico, a differenza dei suoi predecessori che avevano attinto al loro patrimonio personale. Questo diede il via a non poche proteste popolari.
La Moschea ha una seconda particolarità che suscito molte polemiche. Sultanahmet camii vanta sei minareti, si tratta dı una caratteristica singolare, in quanto la maggior parte delle moschee ne hanno quattro, due, o anche solo uno.
Si narra che questo sia accaduto a causa di un fraintendimento al momento della costruzione. Il sultano Ahmed I voleva che essa si distinguesse dalle altre ed ordinò che i minareti venissero realizzati in oro, ma l’architetto francese che non conosceva bene la lingua turca, sentendo pronunciare “altin” (oro), capì “alti” che in turco significa sei. I sei minareti suscitarono molto scandalo nel mondo musulmano poiché solo, la moschea di Masjid al-Harām alla Mecca (la più sacra al mondo) ne aveva altrettanti. Il sultano risolse il problema con l’invio del suo architetto alla Mecca per aggiungere un settimo minareto.
Ci vollero otto anni prima che venisse ultimata, e la sua costruzione fu minuziosamente descritta in otto volumi conservati nella biblioteca del Topkapi. Ahmed I non riuscì a vedere terminata la sua opera perché morì giovannismo a 27 anni dopo aver contratto il tifo. Ora è sepolto nello specifico Mausoleo che si trova sul lato nord della Moschea.
Il nome Moschea Blu deriva dalle oltre ventimila piastrelle in ceramica Iznik che ricoprono l’interno donandole mille sfumature turchesi. L’atmosfera interna è resa particolarmente suggestiva dalla luce che filtra attraverso le 260 piccole finestrelle.
La cupola è leggermente più piccola di quella di Santa Sofia ed è sorretta da quattro enormi pilastri a “zampa di elefante”, soluzione meno spettacolare di quella delle colonne nascoste della sua “rivale”. Questa è solo una delle dimostrazioni dell’eccellenza architettonica bizantina raggiunta 1000 anni prima.
Le altre architetture islamiche interne: come il Mihrab, il pulpito (mimber) e la loggia imperiale sono nella zona riservata ai fedeli. Sul Mihrab si trova un frammento della Kaaba la pietra nera sacra ai musulmani, che si trova alla Mecca.
L'immagine della moschea venne stampata sulle banconote da 500 lire in corso negli anni 1953-1976.
Informazioni utili
Questa è una moschea ancora in uso ed è chiusa ai non musulmani negli orari di preghiera. Questi variano durante l’anno e dipendono dall’alba e dal tramonto. Trovate gli orari aggiornati davanti all’ingresso.
L’ingresso è gratuito.
La visita
Sultanahmet camii o Sultan Ahmet camii, conosciuta in tutto il mondo come Moschea Blu è il vero simbolo religioso della città di Istanbul, un autentico capolavoro dell'architettura islamica.
La costruzione venne iniziata nel 1609 per volere del sultano Ahmed I che volle costruire una moschea a fianco di Santa Sofia per dimostrasse la potenza e la maestria ottomana, nonostante alcune sconfitte militari. Fu la prima moschea eretta ad Istanbul dopo quella di Solimano, costruita quarant’anni prima.
Per la sua costruzione il sultano diede fondo al denaro pubblico, a differenza dei suoi predecessori che avevano attinto al loro patrimonio personale. Questo diede il via a non poche proteste popolari.
La Moschea ha una seconda particolarità che suscito molte polemiche. Sultanahmet camii vanta sei minareti, si tratta dı una caratteristica singolare, in quanto la maggior parte delle moschee ne hanno quattro, due, o anche solo uno.
Si narra che questo sia accaduto a causa di un fraintendimento al momento della costruzione. Il sultano Ahmed I voleva che essa si distinguesse dalle altre ed ordinò che i minareti venissero realizzati in oro, ma l’architetto francese che non conosceva bene la lingua turca, sentendo pronunciare “altin” (oro), capì “alti” che in turco significa sei. I sei minareti suscitarono molto scandalo nel mondo musulmano poiché solo, la moschea di Masjid al-Harām alla Mecca (la più sacra al mondo) ne aveva altrettanti. Il sultano risolse il problema con l’invio del suo architetto alla Mecca per aggiungere un settimo minareto.
Ci vollero otto anni prima che venisse ultimata, e la sua costruzione fu minuziosamente descritta in otto volumi conservati nella biblioteca del Topkapi. Ahmed I non riuscì a vedere terminata la sua opera perché morì giovannismo a 27 anni dopo aver contratto il tifo. Ora è sepolto nello specifico Mausoleo che si trova sul lato nord della Moschea.
Il nome Moschea Blu deriva dalle oltre ventimila piastrelle in ceramica Iznik che ricoprono l’interno donandole mille sfumature turchesi. L’atmosfera interna è resa particolarmente suggestiva dalla luce che filtra attraverso le 260 piccole finestrelle.
La cupola è leggermente più piccola di quella di Santa Sofia ed è sorretta da quattro enormi pilastri a “zampa di elefante”, soluzione meno spettacolare di quella delle colonne nascoste della sua “rivale”. Questa è solo una delle dimostrazioni dell’eccellenza architettonica bizantina raggiunta 1000 anni prima.
Le altre architetture islamiche interne: come il Mihrab, il pulpito (mimber) e la loggia imperiale sono nella zona riservata ai fedeli. Sul Mihrab si trova un frammento della Kaaba la pietra nera sacra ai musulmani, che si trova alla Mecca.
L'immagine della moschea venne stampata sulle banconote da 500 lire in corso negli anni 1953-1976.
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