I quartieri occidentali: Fatih, Fener e Balat
Poco a nord della moschea di Solimano sorgono tre quartieri davvero importanti per comprendere appieno la storia e la cultura di questa città. Zone in cui i popoli e le religioni si sono nel tempo mescolati e sovrapposti, evidenziando e portando fino ai giorni nostri una straordinaria ricchezza di architetture, di monumenti religiosi, di colori e di prelibatezze gastronomiche. Questi quartieri si trovano all’interno delle mura della città vecchia, ad nord-ovest di Eminönü e si affacciano sul Corno d’Oro. Sono fra le zone più ricche di storia, più affascinanti e caratteristiche di tutta Istanbul, per questi motivi infatti rientrano nella lista dei patrimoni dell’Unesco.
Sono zone poco battute dai turisti e non è facile trovare i monumenti ed orientarsi fra il dedalo di viottole e case.
Fatih
Fatih è da considerarsi uno dei quartieri più “conservatori” di Istanbul, è la zona più osservante dal punta di vista religioso, con al centro il monumentale complesso della Moschea di Fatih.
A Fatih oggi vivono per lo più immigrati dalle zone dell’estremo est anatolico: persone molto più attente ai dettami religiosi, ma anche cariche delle loro strepitose tradizioni culinarie regionali. Per questo motivo il quartiere viene ormai considerato come centro gastronomico della città.
Passeggiate per le sue strade nella zona di Malta Çarşı, la zona del mercato e provate i sapori più autentici della cucina turca.
Qui sorge la bellissima moschea di Zeyrek, che in passato era il Monastero Bizantino di Cristo Pantocratore, il secondo più grande edificio del periodo Bizantino, dopo Santa Sofia, ancora esistente ad Istanbul. La zona intorno la moschea con le sue case in legno antiche di 200 anni, è una delle più pittoresche di tutta Istanbul.
Fener
Nello storico quartiere greco le strade si fanno strette e labirintiche, le pendenze aumentano ed il rischio di perdersi è sempre più alto.
Passeggiate fra case dai colori e dalle forme più bizzarre fra bambini che giocano a pallone per le strade fino ad arrivare al Rum Lisesi. Il Liceo Greco Ortodosso sovrasta la collina di Fener con i suoi mattoni rossi.
Arrampicatevi sulla pittoresca scalinata fino a raggiunge la sommità della collina di Fener, dove sorge una Chiesa sconosciuta, ma di un’importanza fondamentale nella storia della città. Si tratta della splendida Chiesa di Santa Maria dei Mongoli, conosciuta anche come la Chiesa Rossa.
All’interno del quartiere troverete uno dei luoghi più importanti per la religione Cristiana: la Cattedrale di San Giorgio. Al suo interno ospita il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, l’equivalente di San Pietro a Roma per la religione Cristiana Ortodossa. L’importanza storica e simbolica di questo luogo è enorme. È una delle cinque sedi principali della chiesa cristiana, in ordine di gerarchia, il patriarcato di Costantinopoli è il secondo dopo Roma, e precede Alessandria, Antiochia e Gerusalemme.
Balat
Balat è lo storico quartiere ebraico e lo è stato a lungo, sia durante il periodo bizantino sia durante quello ottomano. Questo dimostra il clima di convivenza interreligiosa che ha sempre caratterizzato Istanbul.
Gli ebrei hanno cominciato a lasciare il quartiere solo a seguito del forte terremoto del 1894, spostandosi in parte nel quartiere di Galata ed in parte emigrando in Israele. Dopo il 1960 la residua minoranza ebraica benestante di Balat si è trasferita nel quartiere di Şişli, ed il risultato è stata una completa trasformazione del quartiere, che da zona estremamente ricca è diventata la zona di immigrati delle classi sociali più basse. Il cambio di composizione sociale ha fatto attraversare a Balat una fase di trascuratezza non indifferente, a cui solo ultimamente si è cercato di porre rimedio attraverso un ambizioso progetto di riqualificazione patrocinato dall’Unesco. Il sottile confine fra splendore e degrado produce in Balat un contrasto abbagliante.
A Balat sorge la famosa Chiesa di San Salvatore in Chora conosciuta anche come Museo Kariye (sito internet), un antica chiesa bizantina oggi divenuta museo.
La chiesa originaria venne costruita come monastero agli inizi del quinto secolo, in campagna (chora), ma poco distante dalle mura del IV secolo.
Fu poi devastata da un terremoto e ricostruita come basilica.
La struttura attuale inziò a prendere forma nel XI secolo, ma 150 anni dopo alla basilica vengono aggiunti una serie di mosaici unici al mondo.
Da lì a poco più di 100 anni, la vecchia Costantinopoli sarebbe caduta sotto l'impeto della conquista ottomana facendo in modo che i mosaici al suo interno diventassero i più recenti della scuola bizantina.
La particolarità di quest’epoca sta nell’utilizzo di tessere molto piccole, quasi a conferire una certa tridimensionalità, cosa che non appare nei mosaici precedenti di Santa Sofia o nelle chiese di Ravenna formati da tessere più grandi che danno vita ad una disegno più piatto e statico.
Nel 1511 la chiesa venne convertita in moschea, ma fortunatamente gli affreschi ed i mosaici furono solamente ricoperti con calce e non distrutti. Questo permise di riportarli alla luce intorno al 1950.
L'esterno di San Salvatore in Chora si presenta con una struttura tipicamente bizantina in mattoni a sei cupole la cui maggiore al centro misura quasi 8 metri di diametro.
Fate un giro sul retro per ammirare meglio l'edificio, dove il contesto di un giardino offre ottime inquadrature per le fotografie.
L’ingresso è compreso nel Museum Pass.
Sono zone poco battute dai turisti e non è facile trovare i monumenti ed orientarsi fra il dedalo di viottole e case.
Fatih
Fatih è da considerarsi uno dei quartieri più “conservatori” di Istanbul, è la zona più osservante dal punta di vista religioso, con al centro il monumentale complesso della Moschea di Fatih.
A Fatih oggi vivono per lo più immigrati dalle zone dell’estremo est anatolico: persone molto più attente ai dettami religiosi, ma anche cariche delle loro strepitose tradizioni culinarie regionali. Per questo motivo il quartiere viene ormai considerato come centro gastronomico della città.
Passeggiate per le sue strade nella zona di Malta Çarşı, la zona del mercato e provate i sapori più autentici della cucina turca.
Qui sorge la bellissima moschea di Zeyrek, che in passato era il Monastero Bizantino di Cristo Pantocratore, il secondo più grande edificio del periodo Bizantino, dopo Santa Sofia, ancora esistente ad Istanbul. La zona intorno la moschea con le sue case in legno antiche di 200 anni, è una delle più pittoresche di tutta Istanbul.
Fener
Nello storico quartiere greco le strade si fanno strette e labirintiche, le pendenze aumentano ed il rischio di perdersi è sempre più alto.
Passeggiate fra case dai colori e dalle forme più bizzarre fra bambini che giocano a pallone per le strade fino ad arrivare al Rum Lisesi. Il Liceo Greco Ortodosso sovrasta la collina di Fener con i suoi mattoni rossi.
Arrampicatevi sulla pittoresca scalinata fino a raggiunge la sommità della collina di Fener, dove sorge una Chiesa sconosciuta, ma di un’importanza fondamentale nella storia della città. Si tratta della splendida Chiesa di Santa Maria dei Mongoli, conosciuta anche come la Chiesa Rossa.
All’interno del quartiere troverete uno dei luoghi più importanti per la religione Cristiana: la Cattedrale di San Giorgio. Al suo interno ospita il Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli, l’equivalente di San Pietro a Roma per la religione Cristiana Ortodossa. L’importanza storica e simbolica di questo luogo è enorme. È una delle cinque sedi principali della chiesa cristiana, in ordine di gerarchia, il patriarcato di Costantinopoli è il secondo dopo Roma, e precede Alessandria, Antiochia e Gerusalemme.
Balat
Balat è lo storico quartiere ebraico e lo è stato a lungo, sia durante il periodo bizantino sia durante quello ottomano. Questo dimostra il clima di convivenza interreligiosa che ha sempre caratterizzato Istanbul.
Gli ebrei hanno cominciato a lasciare il quartiere solo a seguito del forte terremoto del 1894, spostandosi in parte nel quartiere di Galata ed in parte emigrando in Israele. Dopo il 1960 la residua minoranza ebraica benestante di Balat si è trasferita nel quartiere di Şişli, ed il risultato è stata una completa trasformazione del quartiere, che da zona estremamente ricca è diventata la zona di immigrati delle classi sociali più basse. Il cambio di composizione sociale ha fatto attraversare a Balat una fase di trascuratezza non indifferente, a cui solo ultimamente si è cercato di porre rimedio attraverso un ambizioso progetto di riqualificazione patrocinato dall’Unesco. Il sottile confine fra splendore e degrado produce in Balat un contrasto abbagliante.
A Balat sorge la famosa Chiesa di San Salvatore in Chora conosciuta anche come Museo Kariye (sito internet), un antica chiesa bizantina oggi divenuta museo.
La chiesa originaria venne costruita come monastero agli inizi del quinto secolo, in campagna (chora), ma poco distante dalle mura del IV secolo.
Fu poi devastata da un terremoto e ricostruita come basilica.
La struttura attuale inziò a prendere forma nel XI secolo, ma 150 anni dopo alla basilica vengono aggiunti una serie di mosaici unici al mondo.
Da lì a poco più di 100 anni, la vecchia Costantinopoli sarebbe caduta sotto l'impeto della conquista ottomana facendo in modo che i mosaici al suo interno diventassero i più recenti della scuola bizantina.
La particolarità di quest’epoca sta nell’utilizzo di tessere molto piccole, quasi a conferire una certa tridimensionalità, cosa che non appare nei mosaici precedenti di Santa Sofia o nelle chiese di Ravenna formati da tessere più grandi che danno vita ad una disegno più piatto e statico.
Nel 1511 la chiesa venne convertita in moschea, ma fortunatamente gli affreschi ed i mosaici furono solamente ricoperti con calce e non distrutti. Questo permise di riportarli alla luce intorno al 1950.
L'esterno di San Salvatore in Chora si presenta con una struttura tipicamente bizantina in mattoni a sei cupole la cui maggiore al centro misura quasi 8 metri di diametro.
Fate un giro sul retro per ammirare meglio l'edificio, dove il contesto di un giardino offre ottime inquadrature per le fotografie.
L’ingresso è compreso nel Museum Pass.
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