MOOM - Matera Olive Oil Museum
Sito internet
In questo antico frantoio ipogeo del XVI secolo è stato ricavato un piccolo museo che racconta come un tempo veniva prodotto l’olio d’oliva.
Durante la interessantissima visita guidata potrete ammirare diversi ambienti, ognuno destinato a una fase particolare del processo di lavorazione dell’olio. Dal cortile si arriva subito nella stalla dove venivano fatti riposare glia asini, energia motrice per la grande macina posta nella sala subito dopo. Una grande vasca posta al centro permetteva la rottura delle olive grazie al peso delle tre grandi ruote di pietra. Dopo aver ottenuto la pasta di olive questa era inserita in fiscoli di differente materiale e successivamente pressato grazie ai torchi presenti nella grande sala centrale.
L’olio, ancora miscelato con l’acqua di vegetazione veniva dunque fatto separare all’interno dei tanti pozzetti visibili ancora oggi. In questa sala si possono ritrovare anche gli olivai, spazi adibiti alla conservazione dei frutti.
In fondo alla stanza centrale, vedrete l’ultima scoperta avvenuta nel corso dei lavori di ristrutturazione. Sotto la pavimentazione di “chianche” (le bianche pietre piatte che costituivano il pavimento), è stato ritrovato un gruppo di vasche comunicanti tra loro con un pozzetto posto al di sotto di un ponticello ad arco. Questo potrebbe essere un ingegnoso sistema di sedimentazione dell’olio.
Terminando il percorso e ritornando verso l’esterno si nota un pozzo, fonte di acqua piovana, utilizzata per dissetare il frantoiano e gli animali, oltre a permettere il lavaggio della pasta di olive. Alle spalle del pozzo il giaciglio del frantoiano, fondamentale per i pochi attimi di pausa caratterizzati da qualche ora di sonno e da un pasto caldo.
In questo antico frantoio ipogeo del XVI secolo è stato ricavato un piccolo museo che racconta come un tempo veniva prodotto l’olio d’oliva.
Durante la interessantissima visita guidata potrete ammirare diversi ambienti, ognuno destinato a una fase particolare del processo di lavorazione dell’olio. Dal cortile si arriva subito nella stalla dove venivano fatti riposare glia asini, energia motrice per la grande macina posta nella sala subito dopo. Una grande vasca posta al centro permetteva la rottura delle olive grazie al peso delle tre grandi ruote di pietra. Dopo aver ottenuto la pasta di olive questa era inserita in fiscoli di differente materiale e successivamente pressato grazie ai torchi presenti nella grande sala centrale.
L’olio, ancora miscelato con l’acqua di vegetazione veniva dunque fatto separare all’interno dei tanti pozzetti visibili ancora oggi. In questa sala si possono ritrovare anche gli olivai, spazi adibiti alla conservazione dei frutti.
In fondo alla stanza centrale, vedrete l’ultima scoperta avvenuta nel corso dei lavori di ristrutturazione. Sotto la pavimentazione di “chianche” (le bianche pietre piatte che costituivano il pavimento), è stato ritrovato un gruppo di vasche comunicanti tra loro con un pozzetto posto al di sotto di un ponticello ad arco. Questo potrebbe essere un ingegnoso sistema di sedimentazione dell’olio.
Terminando il percorso e ritornando verso l’esterno si nota un pozzo, fonte di acqua piovana, utilizzata per dissetare il frantoiano e gli animali, oltre a permettere il lavaggio della pasta di olive. Alle spalle del pozzo il giaciglio del frantoiano, fondamentale per i pochi attimi di pausa caratterizzati da qualche ora di sonno e da un pasto caldo.
LINK UTILI:
Torna all'indice del Sasso Caveoso.
Torna all'indice della guida di Matera.
Cerca un alloggio a Matera.
Matera in due giorni.
Torna all'indice della guida della Basilicata.
Itinerari in Basilicata.
Contattatemi per ricevere la guida in formato PDF.
Torna all'indice del Sasso Caveoso.
Torna all'indice della guida di Matera.
Cerca un alloggio a Matera.
Matera in due giorni.
Torna all'indice della guida della Basilicata.
Itinerari in Basilicata.
Contattatemi per ricevere la guida in formato PDF.