Comuna 13
Ufficialmente si chiama San Javier ed è una delle 16 comunas che compongono la città. Tutti la conoscono come la Comuna 13, ma pochi sanno che il 13 non è legato a superstizione o altro, le comuna sono numerate dalla 1 alla 16 partendo da nord verso sud, ecco tutto.
Il quartiere è abbarbicato al pendio della montagna sopra la stazione della metropolitana di San Javier. Per capirlo a fondo bisogna ripassare velocemente la sua storia recente, una storia di sangue e sofferenza, ma una storia a lietofine, una storia di col sapore della lotta e del riscatto.
Il quartiere, come molti altri nelle periferie della città, si formò dagli anni ’70 con la gente scappata dalle campagne, dove la violenza era all’ordine del giorno e dove le opportunità economiche erano scarse. Le case erano costruite con materiali di fortuna una accanto all'altra dimenticandosi persino di lasciare lo spazio per le strade.
Negli anni in cui Medellín era il centro mondiale della cocaina, la Comuna 13 era un luogo perfetto perchè dava rapido accesso alle 2 autostrade che portavano la droga dritta verso l'oceano Pacifico e il mar dei Caraibi. Aggiungeteci divario sociale, abitazioni di fortuna, servizi carenti e capirete come sia stato facile, per i boss, impadronirsi del quartiere elevandosi a protettori e benefattori, ottenendo di fatto il controllo sul centro nevralgico della città.
L'impero creato da Escobar fruttava 60 milioni di dollari al giorno e non appena lui fu ucciso nel 93 e il suo cartello venne smantellato, tutti si gettarono a capofitto su questo guadagno facile. Gruppi paramilitari, narcotrafficanti, poliziotti corrotti e ogni genere di malvivente cercò di ricavarsi una fetta del mercato lasciato libero.
Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) intervennero a più ondate imponendo l'arruolamento dei giovani nei loro ranghi. Non vi era possibilità di scelta e così intere generazioni di ragazzi furono rovinate. Chiunque provasse a ribellarsi e a non collaborare, spariva. Ci sono centinaia di cadaveri interrati e dimenticati nella ‘escombrera’, la discarica di terra e materiali appena sopra la Comuna. Tutti lo sanno, ma nessuno ci ha ancora scavato.
Nei primi anni del 2000 il presidente Álvaro Uribe Vélez diede il via ad una serie di interventi militari per sottrarre la Comuna 13 dalle mani dei paramilitari e riportarla sotto il controllo dello Stato. Il 16 ottobre del 2002 iniziò quella che fu chiamata l’operazione Orione, la più grande operazione militare urbana nel paese. La Comuna 13 venne blindata e asserragliata da 4000 uomini tra membri dell’esercito e gruppi paramilitari di destra. La zona divenne teatro di una violenta guerra urbana, le forze armate fecero irruzione nelle case cercando i componenti delle FARC e distruggendo tutto per scovare possibili nascondigli di droga e armi. L’operazione portò alla sconfitta delle FARC ma, ad essi si sostituirono i paramilitari di destra che avevano collaborato nell’operazione e le violenze quotidiane continuarono.
Negli anni successivi le violenze, le “sparizioni” continuarono senza sosta, tanto che nel 2010 il quartiere era secondo solo alla striscia di Gaza come pericolosità. Negli anni successivi, cambiarono i capi di governo e ci furono numerosi accordi presi con i paramilitari, che gradualmente lasciarono la Comuna permettendo una lenta e difficile ripresa.
Alcuni giovani avevano iniziato ad utilizzare la musica e i graffiti per rispondere con l’arte alla violenza. Il loro primo festival, un anno esatto dopo l’operazione Orione, lo chiamarono “Revolución sin muertos”, rivoluzione senza morti.
Negli anni successivi in città sono arrivate le metrocable, la gente si spostava al di sopra della violenza e del controllo, le periferie si sono avvicinate al centro.
Le scale mobili, costruite nel 2011 hanno ridato vita al settore chiamato “las indipendencias 1” della Comuna 13, consentendo ai suoi abitati di muoversi. Prima della scala mobile quella zona isolata era collegata al centro di Medellín da 350 gradini. Ora al posto di quella barriera c'è una porta aperta verso il progresso e i turisti: la escalera electrica: sei rampe di scale mobili, lunghe 130 metri. Tutto intorno ci sono graffiti e ora si respira aria di orgoglio e riscatto, anzi ora Medellín guarda dall'alto in basso il resto della Colombia.
Visitatela con uno dei tour giornalieri, lasciatevi affascinare dai suoi graffiti e dalla sua storia raccontata dai ragazzi del luogo, fermatevi a parlare con la gente, mangiate qualcosa tra le sue strade, guardate gli spettacoli dei ragazzi che ballano e pensate a quanto è stato fatto.
La Comuna 13 rappresenta oggi uno dei simboli della rinascita di Medellín, della sua forza e voglia di riscatto. Nel 2013 la città venne premiata come “Città più innovativa al mondo” dal Wall Street Journal e CitiBank e oggi rappresenta una delle mete più visitate e interessanti dell’intera Colombia.
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Il quartiere è abbarbicato al pendio della montagna sopra la stazione della metropolitana di San Javier. Per capirlo a fondo bisogna ripassare velocemente la sua storia recente, una storia di sangue e sofferenza, ma una storia a lietofine, una storia di col sapore della lotta e del riscatto.
Il quartiere, come molti altri nelle periferie della città, si formò dagli anni ’70 con la gente scappata dalle campagne, dove la violenza era all’ordine del giorno e dove le opportunità economiche erano scarse. Le case erano costruite con materiali di fortuna una accanto all'altra dimenticandosi persino di lasciare lo spazio per le strade.
Negli anni in cui Medellín era il centro mondiale della cocaina, la Comuna 13 era un luogo perfetto perchè dava rapido accesso alle 2 autostrade che portavano la droga dritta verso l'oceano Pacifico e il mar dei Caraibi. Aggiungeteci divario sociale, abitazioni di fortuna, servizi carenti e capirete come sia stato facile, per i boss, impadronirsi del quartiere elevandosi a protettori e benefattori, ottenendo di fatto il controllo sul centro nevralgico della città.
L'impero creato da Escobar fruttava 60 milioni di dollari al giorno e non appena lui fu ucciso nel 93 e il suo cartello venne smantellato, tutti si gettarono a capofitto su questo guadagno facile. Gruppi paramilitari, narcotrafficanti, poliziotti corrotti e ogni genere di malvivente cercò di ricavarsi una fetta del mercato lasciato libero.
Le Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (FARC) intervennero a più ondate imponendo l'arruolamento dei giovani nei loro ranghi. Non vi era possibilità di scelta e così intere generazioni di ragazzi furono rovinate. Chiunque provasse a ribellarsi e a non collaborare, spariva. Ci sono centinaia di cadaveri interrati e dimenticati nella ‘escombrera’, la discarica di terra e materiali appena sopra la Comuna. Tutti lo sanno, ma nessuno ci ha ancora scavato.
Nei primi anni del 2000 il presidente Álvaro Uribe Vélez diede il via ad una serie di interventi militari per sottrarre la Comuna 13 dalle mani dei paramilitari e riportarla sotto il controllo dello Stato. Il 16 ottobre del 2002 iniziò quella che fu chiamata l’operazione Orione, la più grande operazione militare urbana nel paese. La Comuna 13 venne blindata e asserragliata da 4000 uomini tra membri dell’esercito e gruppi paramilitari di destra. La zona divenne teatro di una violenta guerra urbana, le forze armate fecero irruzione nelle case cercando i componenti delle FARC e distruggendo tutto per scovare possibili nascondigli di droga e armi. L’operazione portò alla sconfitta delle FARC ma, ad essi si sostituirono i paramilitari di destra che avevano collaborato nell’operazione e le violenze quotidiane continuarono.
Negli anni successivi le violenze, le “sparizioni” continuarono senza sosta, tanto che nel 2010 il quartiere era secondo solo alla striscia di Gaza come pericolosità. Negli anni successivi, cambiarono i capi di governo e ci furono numerosi accordi presi con i paramilitari, che gradualmente lasciarono la Comuna permettendo una lenta e difficile ripresa.
Alcuni giovani avevano iniziato ad utilizzare la musica e i graffiti per rispondere con l’arte alla violenza. Il loro primo festival, un anno esatto dopo l’operazione Orione, lo chiamarono “Revolución sin muertos”, rivoluzione senza morti.
Negli anni successivi in città sono arrivate le metrocable, la gente si spostava al di sopra della violenza e del controllo, le periferie si sono avvicinate al centro.
Le scale mobili, costruite nel 2011 hanno ridato vita al settore chiamato “las indipendencias 1” della Comuna 13, consentendo ai suoi abitati di muoversi. Prima della scala mobile quella zona isolata era collegata al centro di Medellín da 350 gradini. Ora al posto di quella barriera c'è una porta aperta verso il progresso e i turisti: la escalera electrica: sei rampe di scale mobili, lunghe 130 metri. Tutto intorno ci sono graffiti e ora si respira aria di orgoglio e riscatto, anzi ora Medellín guarda dall'alto in basso il resto della Colombia.
Visitatela con uno dei tour giornalieri, lasciatevi affascinare dai suoi graffiti e dalla sua storia raccontata dai ragazzi del luogo, fermatevi a parlare con la gente, mangiate qualcosa tra le sue strade, guardate gli spettacoli dei ragazzi che ballano e pensate a quanto è stato fatto.
La Comuna 13 rappresenta oggi uno dei simboli della rinascita di Medellín, della sua forza e voglia di riscatto. Nel 2013 la città venne premiata come “Città più innovativa al mondo” dal Wall Street Journal e CitiBank e oggi rappresenta una delle mete più visitate e interessanti dell’intera Colombia.
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