Le Murge Pugliesi, tutto quello che c’è da sapere
In questa pagina troverete tutte le informazioni utili per visitare al meglio le Murge Pugliesi.
Murge e Gravine, sono sicuramente parole che avrete incontrato non appena avete iniziato a pensare ad un viaggio in Puglia. Questi termini però destano sempre un pochino di confusione, almeno per me è stato così. Con queste poche righe spero di aiutarvi a fare un po’ di chiarezza.
La parola Murge deriva dal latino murex, che significa murice, roccia aguzza. L’entroterra della Terra di Bari è
Questo un vasto altopiano che va via via inasprendosi sempre di più è ricco di fenomeni carsici: le doline (erosioni simili a canyon) qui vengono chiamate puli, lame e gravine.
Tradizionalmente, le Murge vengono divise in varie subregioni: l'Alta Murgia, la Murgia Barese (Murgia propriamente detta), la Murgia Costiera, la Terra delle Gravine, la Murgia dei Trulli (Valle d'Itria) e le Murge Brindisine.
Murge e Gravine, sono sicuramente parole che avrete incontrato non appena avete iniziato a pensare ad un viaggio in Puglia. Questi termini però destano sempre un pochino di confusione, almeno per me è stato così. Con queste poche righe spero di aiutarvi a fare un po’ di chiarezza.
La parola Murge deriva dal latino murex, che significa murice, roccia aguzza. L’entroterra della Terra di Bari è
Questo un vasto altopiano che va via via inasprendosi sempre di più è ricco di fenomeni carsici: le doline (erosioni simili a canyon) qui vengono chiamate puli, lame e gravine.
Tradizionalmente, le Murge vengono divise in varie subregioni: l'Alta Murgia, la Murgia Barese (Murgia propriamente detta), la Murgia Costiera, la Terra delle Gravine, la Murgia dei Trulli (Valle d'Itria) e le Murge Brindisine.
- L’Alta Murgia comprende Minervino Murge, Spinazzola, Poggiorsini, Andria e il territorio a ovest di Gravina di Puglia. Molto del suo territorio è occupato dal Parco nazionale dell'Alta Murgia (www.parcoaltamurgia.gov.it).
- La Murgia Barese comprende: Gravina, Altamura, Acquaviva delle Fonti, Cassano delle Murge, Sannicandro di Bari, Bitonto, Turi, Toritto, Noci, Grumo Appula, Santeramo in Colle, Corato, Ruvo di Puglia, Andria, Minervino Murge, Spinazzola, Poggiorsini e Gioia del Colle.
- La Murgia costiera comprende grossomodo la zona costiera tra Monopoli e Fasano.
- La Terra delle Gravine comprende: Laterza, Ginosa, Castellaneta, Mottola, Palagianello, Palagiano, Massafra, Crispiano, Statte, Montemesola, San Marzano di san Giuseppe, Grottaglie e Villa Castelli.
- Alla Valle d’Itria ho dedicato una pagina separata per comodità di consultazione.
- Le Murge Brindisine sono le propaggini meridionali delle Murge che si allungano fino alla zona tra Ostuni e Brindisi.
COME VISITARE LE MURGE PUGLIESI
Il modo migliore di scoprire quest’area è certamente con auto o un mezzo proprio.
Le Murge pugliesi sono attraversate da due linee ferroviarie: la Spinazzola–Gioia del Colle di Trenitalia (www.trenitalia.com) e la Bari–Matera/Potenza di Ferrovie Appulo Lucane (www.ferrovieappulolucane.it). Le linee si incrociano a Gravina che è certamente il luogo migliore da utilizzare come “base” per la scoperta delle Murge, sia che voi stiate viaggiando in auto che con i mezzi pubblici.
DOVE DORMIRE NELLE MURGE PUGLIESI
Come vi ho appena suggerito, la città migliore in cui dormire e “fare base” per la scoperta delle Murge è certamente Gravina in Puglia grazie alla sua posizione geografica.
Oltre alle ragioni logistiche, Gravina ha molto da offrire: il suo centro è molto interessante e le attività da fare nei dintorni sono molteplici!
L’attrattiva principale della cittadina è certamente il ponte divenuto ancora più famoso per essere stato una delle location più spettacolari all’ultimo film di James Bond.
Incuriosito da questo, ho ricercato un luogo dove dormire con una bella vista proprio sul ponte e che fosse degno di diventare un #posticinodiV2S. Eh…indovinate un po’, l’ho trovato: si chiama B&B sul Ponte. Questo bed and breakfast si trova in un palazzo d’epoca proprio a due passi dal famoso ponte e le sue stanze, una più belle dell’altra, affacciano tutte proprio sul famoso set di 007!
Ecco il video che ho girato durante la mia permanenza in questo piccolo angolo di paradiso.
Il modo migliore di scoprire quest’area è certamente con auto o un mezzo proprio.
Le Murge pugliesi sono attraversate da due linee ferroviarie: la Spinazzola–Gioia del Colle di Trenitalia (www.trenitalia.com) e la Bari–Matera/Potenza di Ferrovie Appulo Lucane (www.ferrovieappulolucane.it). Le linee si incrociano a Gravina che è certamente il luogo migliore da utilizzare come “base” per la scoperta delle Murge, sia che voi stiate viaggiando in auto che con i mezzi pubblici.
DOVE DORMIRE NELLE MURGE PUGLIESI
Come vi ho appena suggerito, la città migliore in cui dormire e “fare base” per la scoperta delle Murge è certamente Gravina in Puglia grazie alla sua posizione geografica.
Oltre alle ragioni logistiche, Gravina ha molto da offrire: il suo centro è molto interessante e le attività da fare nei dintorni sono molteplici!
L’attrattiva principale della cittadina è certamente il ponte divenuto ancora più famoso per essere stato una delle location più spettacolari all’ultimo film di James Bond.
Incuriosito da questo, ho ricercato un luogo dove dormire con una bella vista proprio sul ponte e che fosse degno di diventare un #posticinodiV2S. Eh…indovinate un po’, l’ho trovato: si chiama B&B sul Ponte. Questo bed and breakfast si trova in un palazzo d’epoca proprio a due passi dal famoso ponte e le sue stanze, una più belle dell’altra, affacciano tutte proprio sul famoso set di 007!
Ecco il video che ho girato durante la mia permanenza in questo piccolo angolo di paradiso.
GRAVINA IN PUGLIA Pop. 44.000
Questa cittadina sorge proprio sull’orlo dell’abisso di una profonda gravina in cui è scavato l’incredibile insediamento rupestre a riprova che la zona era già abitata nel Paleolitico. Gravina visse periodi di fortune alterne, conobbe un certo slancio in epoca medievale con l’arrivo di normanni e svevi, per poi fiorire sotto gli Orsini: una potente famiglia nobiliare a cui apparteneva anche il papa Benedetto XIII.
La visita
Vi svelo subito un segreto, appena arrivato a Gravina ho riscontrato non poche difficoltà nel raccapezzarmi tra le tante chiese rupestri e gli altri luoghi da visitare. Molte hanno nomi simili, altre location non chiare e praticamente tutte chiuse al pubblico o hanno orari molto ristretti e bisogna contattare l’ente preposto per ottenerne l’apertura e la visita.
Se questo non bastasse, esistono almeno tre enti incaricati della gestione dei diversi siti. Nelle prossime righe cercherò di aiutarvi a fare chiarezza.
La città si sviluppa su un lato della gravina, che è attraversata dal famoso ponte dell’acquedotto.
L’importante struttura ad archi è alta 37 m lunga 90 m e larga 5,5 m. Collega le due sponde del torrente Gravina e fu costruito per permettere l'attraversamento del Crapo (l'antico nome del torrente Gravina), e consentire ai fedeli di raggiungere la chiesetta della Madonna della Stella.
Poco si sa circa la data della sua costruzione. Fonti storiche datano con certezza la sua esistenza almeno al 1686. Probabilmente il ponte, reso instabile dal sisma del 1686, crollò nel terremoto del 1722. Fu quindi la famiglia Orsini di Roma, che si era trasferita nel feudo di Gravina, a ordinare, intorno alla metà del Settecento, la ricostruzione e la trasformazione del ponte in acquedotto, per portare sotto le mura della città le acque delle sorgenti Sant'Angelo e San Giacomo.
La struttura sulla quale poggiava la tubatura dell'acqua che collegava le due fontane (pilacci), ancora oggi esistenti ai due lati del ponte, era molto diversa da quella che vediamo oggi. Un alluvione e numerosi interventi di restauro e consolidamento non lasciano però più molto della vecchia struttura.
Questa cittadina sorge proprio sull’orlo dell’abisso di una profonda gravina in cui è scavato l’incredibile insediamento rupestre a riprova che la zona era già abitata nel Paleolitico. Gravina visse periodi di fortune alterne, conobbe un certo slancio in epoca medievale con l’arrivo di normanni e svevi, per poi fiorire sotto gli Orsini: una potente famiglia nobiliare a cui apparteneva anche il papa Benedetto XIII.
La visita
Vi svelo subito un segreto, appena arrivato a Gravina ho riscontrato non poche difficoltà nel raccapezzarmi tra le tante chiese rupestri e gli altri luoghi da visitare. Molte hanno nomi simili, altre location non chiare e praticamente tutte chiuse al pubblico o hanno orari molto ristretti e bisogna contattare l’ente preposto per ottenerne l’apertura e la visita.
Se questo non bastasse, esistono almeno tre enti incaricati della gestione dei diversi siti. Nelle prossime righe cercherò di aiutarvi a fare chiarezza.
La città si sviluppa su un lato della gravina, che è attraversata dal famoso ponte dell’acquedotto.
L’importante struttura ad archi è alta 37 m lunga 90 m e larga 5,5 m. Collega le due sponde del torrente Gravina e fu costruito per permettere l'attraversamento del Crapo (l'antico nome del torrente Gravina), e consentire ai fedeli di raggiungere la chiesetta della Madonna della Stella.
Poco si sa circa la data della sua costruzione. Fonti storiche datano con certezza la sua esistenza almeno al 1686. Probabilmente il ponte, reso instabile dal sisma del 1686, crollò nel terremoto del 1722. Fu quindi la famiglia Orsini di Roma, che si era trasferita nel feudo di Gravina, a ordinare, intorno alla metà del Settecento, la ricostruzione e la trasformazione del ponte in acquedotto, per portare sotto le mura della città le acque delle sorgenti Sant'Angelo e San Giacomo.
La struttura sulla quale poggiava la tubatura dell'acqua che collegava le due fontane (pilacci), ancora oggi esistenti ai due lati del ponte, era molto diversa da quella che vediamo oggi. Un alluvione e numerosi interventi di restauro e consolidamento non lasciano però più molto della vecchia struttura.
All’interno della gravina, ma sul lato opposto rispetto la città, sorgono due chiese rupestri: il Complesso delle Sette Camere e la Chiesa Rupestre della Madonna della Stella. Entrambe queste chiese sono chiuse al pubblico: la prima perché non ritenute idonee alla visita per quanto riguarda le norme di sicurezza, la seconda perché ha avuto un cedimento strutturale durante le riprese del film di James Bond.
Nel futuro potrebbero però essere messi in atto gli interventi per renderle nuovamente agibili, vi scrivo quindi i miei consigli e le informazioni per provare ad organizzare la vostra visita.
Entrambe le chiese sono gestite dalla Curia e per la visita potete scrivere a questa e-mail: bibliotecafinia@libero.it .
Il Complesso delle Sette Camere
Questo è uno dei siti archeologici più suggestivi e più ricchi di storia di tutta la civiltà rupestre appulo-lucana.
Il Complesso è un originale habitat rupestre, scavato nell’Alto Medioevo interamente nel lato occidentale della gravina. Prende il nome dalla presenza di sette ambienti intercomunicanti tra loro, su tre livelli, collegati tramite scalini.
Delle sette stanze comunicanti, una conserva ancora il profilo di una profonda cisterna, mentre la cavità esterna al complesso custodisce una croce latina, ultimo resto di una probabile chiesetta rupestre.
Completamente al di sotto del piano stradale, il complesso è accessibile percorrendo un sentiero impervio che parte da un piccolo parcheggio lungo via Madonna della Stella un centinaio di metri prima del ristorante Madonna della Stella.
La Chiesa Rupestre della Madonna della Stella
Questo Santuario del Cinquecento si affaccia sulla gravina molto più vicino al ponte rispetto al complesso precedente, ma sempre sul lato occidentale della gravina.
La chiesetta è composta di un’unica sala rettangolare, con la presenza di un vano dietro l’altare centrale, che probabilmente fungeva da sagrestia. Deve il suo nome all’affresco della Vergine con una stella sulla fronte, ritrovato sulle pareti.
Nominata santuario mariano nel 1550, secondo numerose ipotesi, la chiesa è stata in passato un luogo di culto pagano o una sinagoga, come lasciano supporre i rilievi scolpiti nel tufo e le tracce di antiche frequentazioni, sopravvissute ai successivi rifacimenti barocchi.
La Madonna della Stella è accessibile attraverso l’antica cinta muraria, percorrendo il ponte viadotto-acquedotto settecentesco ed è annunciata dal campanile ben visibile dalla strada.
Nel futuro potrebbero però essere messi in atto gli interventi per renderle nuovamente agibili, vi scrivo quindi i miei consigli e le informazioni per provare ad organizzare la vostra visita.
Entrambe le chiese sono gestite dalla Curia e per la visita potete scrivere a questa e-mail: bibliotecafinia@libero.it .
Il Complesso delle Sette Camere
Questo è uno dei siti archeologici più suggestivi e più ricchi di storia di tutta la civiltà rupestre appulo-lucana.
Il Complesso è un originale habitat rupestre, scavato nell’Alto Medioevo interamente nel lato occidentale della gravina. Prende il nome dalla presenza di sette ambienti intercomunicanti tra loro, su tre livelli, collegati tramite scalini.
Delle sette stanze comunicanti, una conserva ancora il profilo di una profonda cisterna, mentre la cavità esterna al complesso custodisce una croce latina, ultimo resto di una probabile chiesetta rupestre.
Completamente al di sotto del piano stradale, il complesso è accessibile percorrendo un sentiero impervio che parte da un piccolo parcheggio lungo via Madonna della Stella un centinaio di metri prima del ristorante Madonna della Stella.
La Chiesa Rupestre della Madonna della Stella
Questo Santuario del Cinquecento si affaccia sulla gravina molto più vicino al ponte rispetto al complesso precedente, ma sempre sul lato occidentale della gravina.
La chiesetta è composta di un’unica sala rettangolare, con la presenza di un vano dietro l’altare centrale, che probabilmente fungeva da sagrestia. Deve il suo nome all’affresco della Vergine con una stella sulla fronte, ritrovato sulle pareti.
Nominata santuario mariano nel 1550, secondo numerose ipotesi, la chiesa è stata in passato un luogo di culto pagano o una sinagoga, come lasciano supporre i rilievi scolpiti nel tufo e le tracce di antiche frequentazioni, sopravvissute ai successivi rifacimenti barocchi.
La Madonna della Stella è accessibile attraverso l’antica cinta muraria, percorrendo il ponte viadotto-acquedotto settecentesco ed è annunciata dal campanile ben visibile dalla strada.
Attraversato il ponte, il primo entrerete in citta dal Rione Piaggio: il quartiere decadente e pericolante che discende nella gola dalla città. Tra le sue irresistibili viuzze sono presenti numerose chiese rupestri come la piccola Chiesa Rupestre di San Basilio Magno dove potrete apprezzare gli otto pilastri e il piccolo altare, quella di Santa Lucia (ex Santa Maria della Neve o del Piaggio) e la Chiesa Rupestre di Santa Maria degli Angeli o delle Tombe.
Molte di queste chiese sono chiuse o difficili da trovare, ma potete rivolgevi allo IAT (www.iatgravina.it) dove potrete procurarvi il materiale informativo e informarvi sulle visite guidate.
Risalendo dal Rione Piaggio arriverete a Piazza Notar Domenico: una sorta di anticamera del cuore monumentale della città.
Al centro della piazza sorge una fontana conosciuta come le Quattro Fontane. Fu inaugurata nel 1778 in una città da sempre afflitta dal problema idrico. L’acqua sgorga ancora oggi da due serpenti marini scolpiti.
Sulla piazza si affaccia la facciata secentesca della Chiesa di Santa Maria del Suffragio o del Purgatorio anch’essa decorata con teschi accoccolati e scritte inquietanti tipo :”quod tu es ego fui, quod ego sum tu eris” (quel che tu sei io sono stato, quel che io sono tu sarai), ma ormai ci sarete abituati.
L’edificio vicino non è un luogo di culto, anche se potrebbe sembrare, ma bensì una tra le più antiche biblioteche pugliesi: la Biblioteca Finia. Questa biblioteca con un arredamento piuttosto spoglio viene utilizza come spazio di incontro ed è gestita anch’essa dalla Curia. Per poter ammirare i più di 8000 volumi custoditi sulle sue pareti potete scrivere a bibliotecafinia@libero.it .
Molte di queste chiese sono chiuse o difficili da trovare, ma potete rivolgevi allo IAT (www.iatgravina.it) dove potrete procurarvi il materiale informativo e informarvi sulle visite guidate.
Risalendo dal Rione Piaggio arriverete a Piazza Notar Domenico: una sorta di anticamera del cuore monumentale della città.
Al centro della piazza sorge una fontana conosciuta come le Quattro Fontane. Fu inaugurata nel 1778 in una città da sempre afflitta dal problema idrico. L’acqua sgorga ancora oggi da due serpenti marini scolpiti.
Sulla piazza si affaccia la facciata secentesca della Chiesa di Santa Maria del Suffragio o del Purgatorio anch’essa decorata con teschi accoccolati e scritte inquietanti tipo :”quod tu es ego fui, quod ego sum tu eris” (quel che tu sei io sono stato, quel che io sono tu sarai), ma ormai ci sarete abituati.
L’edificio vicino non è un luogo di culto, anche se potrebbe sembrare, ma bensì una tra le più antiche biblioteche pugliesi: la Biblioteca Finia. Questa biblioteca con un arredamento piuttosto spoglio viene utilizza come spazio di incontro ed è gestita anch’essa dalla Curia. Per poter ammirare i più di 8000 volumi custoditi sulle sue pareti potete scrivere a bibliotecafinia@libero.it .
Piazza Notar Domenico diventa poi piazza Benedetto XIII e costeggia la Cattedrale. Prima di entrare per ammirare l’interno barocco, ammirate il rosone proveniente dall’antica cattedrale normanna e affacciatevi al belvedere sulla gravina.
Anche la Cattedrale è ovviamente gestita dalla Curia e se desiderata visitarla al di fuori degli orari delle funzioni contattate l’indirizzo bibliotecafinia@libero.it
Proprio di fronte alla facciata della cattedrale sorge un piccolo, ma curioso museo che vi consiglio vivamente di visitare: il museo della Cola Cola (http://museodellacolacola.weebly.com/). Questo non ha nulla a che vedere con la famosa bevanda: cola cola è infatti il nome pugliese della gazza ladra.
Marco è l’ultimo esponente di una famiglia di artigiani che con l’argilla crea dei fischietti colorati a forma appunto di gazza ladra. Con la sua infinita gentilezza sarà pronto ad accogliervi in quella che è stata la casa dei suoi avi e a spiegarvi tutti i segreti su questi piccoli capolavori.
Tra le chiese imperdibili e visitabili sempre grazie alla Curia (bibliotecafinia@libero.it) è sicuramente da menzionare San Michele delle Grotte.
Questa è la chiesa rupestre più importante di Gravina, frequentata fin dall’VIII secolo, la cripta di San Michele alle Grotte è stata l’antica cattedrale di Gravina.
Adagiata sul lato occidentale del burrone proprio di fronte alle sette camere, la chiesa è visitabile grazie alla Curia (bibliotecafinia@libero.it).
Scavata nel tufo comprende ben 5 navata sorrette da 14 pilastri. Lungo le pareti e nelle nicchie si ritrovano labili tracce di affreschi, come la Crocifissione e la raffigurazione di Cristo tra i santi Paolo e Michele.
Dalla cripta si accede alla cavità, dove è stato consumato l’eccidio dei gravinesi da parte dei saraceni, nel 999. I resti ossei dei cittadini di Gravina sono rimasti a lungo nella chiesetta, convertita per qualche tempo in cimitero.
Anche la Cattedrale è ovviamente gestita dalla Curia e se desiderata visitarla al di fuori degli orari delle funzioni contattate l’indirizzo bibliotecafinia@libero.it
Proprio di fronte alla facciata della cattedrale sorge un piccolo, ma curioso museo che vi consiglio vivamente di visitare: il museo della Cola Cola (http://museodellacolacola.weebly.com/). Questo non ha nulla a che vedere con la famosa bevanda: cola cola è infatti il nome pugliese della gazza ladra.
Marco è l’ultimo esponente di una famiglia di artigiani che con l’argilla crea dei fischietti colorati a forma appunto di gazza ladra. Con la sua infinita gentilezza sarà pronto ad accogliervi in quella che è stata la casa dei suoi avi e a spiegarvi tutti i segreti su questi piccoli capolavori.
Tra le chiese imperdibili e visitabili sempre grazie alla Curia (bibliotecafinia@libero.it) è sicuramente da menzionare San Michele delle Grotte.
Questa è la chiesa rupestre più importante di Gravina, frequentata fin dall’VIII secolo, la cripta di San Michele alle Grotte è stata l’antica cattedrale di Gravina.
Adagiata sul lato occidentale del burrone proprio di fronte alle sette camere, la chiesa è visitabile grazie alla Curia (bibliotecafinia@libero.it).
Scavata nel tufo comprende ben 5 navata sorrette da 14 pilastri. Lungo le pareti e nelle nicchie si ritrovano labili tracce di affreschi, come la Crocifissione e la raffigurazione di Cristo tra i santi Paolo e Michele.
Dalla cripta si accede alla cavità, dove è stato consumato l’eccidio dei gravinesi da parte dei saraceni, nel 999. I resti ossei dei cittadini di Gravina sono rimasti a lungo nella chiesetta, convertita per qualche tempo in cimitero.
Merita anche di mettersi in contatto con l’associazione Gravina Sotterranea (www.gravinasotterranea.it) che vi permetterà di visitare numerosi sotterranei della città tra cantine, cisterne e cunicoli che spesso nascondono numerosi tesori.
Palazzo Pomarici Santomasi (www.fondazionesantomasi.it) che ospita un museo sorprendentemente vario che conta, oltre alle le sette stanze dell’appartamento di rappresentanza del barone, una pinacoteca con 200 quadri del Sei-Settecento napoletano, una biblioteca con 30.000 volumi, una ricca collezione di reperti archeologici, monete, abiti d’epoca, armi e uniformi, maioliche e persino una carrozza.
Al suo interno potrete visitare addirittura la ricostruzione della cripta di San Vito Vecchio con gli originali affreschi bizantineggianti dipinti da una bottega locale nel Duecento.
Da e per Gravina
Se raggiungete la città in auto potete lasciare il vostro mezzo nei pressi del ristorante Madonna della Stella o cercare parcheggio direttamente nelle strade del centro cittadino.
Se non avete un’auto potete raggiungere Gravina con il treno. La città si trova all’incrocio delle linee Spinazzola–Gioia del Colle di Trenitalia (www.trenitalia.com) e Bari–Matera/Potenza di Ferrovie Appulo Lucane (ferrovieappulolucane.it). Il treno impiega circa 1h10m per Bari e 45 min per Matera.
Palazzo Pomarici Santomasi (www.fondazionesantomasi.it) che ospita un museo sorprendentemente vario che conta, oltre alle le sette stanze dell’appartamento di rappresentanza del barone, una pinacoteca con 200 quadri del Sei-Settecento napoletano, una biblioteca con 30.000 volumi, una ricca collezione di reperti archeologici, monete, abiti d’epoca, armi e uniformi, maioliche e persino una carrozza.
Al suo interno potrete visitare addirittura la ricostruzione della cripta di San Vito Vecchio con gli originali affreschi bizantineggianti dipinti da una bottega locale nel Duecento.
Da e per Gravina
Se raggiungete la città in auto potete lasciare il vostro mezzo nei pressi del ristorante Madonna della Stella o cercare parcheggio direttamente nelle strade del centro cittadino.
Se non avete un’auto potete raggiungere Gravina con il treno. La città si trova all’incrocio delle linee Spinazzola–Gioia del Colle di Trenitalia (www.trenitalia.com) e Bari–Matera/Potenza di Ferrovie Appulo Lucane (ferrovieappulolucane.it). Il treno impiega circa 1h10m per Bari e 45 min per Matera.
ALTAMURA Pop. 70.500
Benvenuti nella città fondata da Federico II a cui è intitolato il corso pedonale che la attraversa: uno dei più belli della regione. La città ha forti contaminazioni lucane, anche se gli abitanti ci tengono ad essere fieramente pugliesi.
Il Pane di Altamura
Preparatevi a prendere qualche etto di peso, è impossibile sfuggire al profumo che esce dai panifici dove viene prodotto il famoso pane di Altamura. Proprio per scoprire al meglio questa tradizione sono andato a scoprire addirittura 2 #posticinidiV2S. Per primo ho visitato il Molino Artigianale Di benedetto (www.molinoartigianaledibenedetto.it) dove viene prodotta la materia prima.
Il famiglia Di Benedetto è giunta alla quarta generazione di mugnai e Paolo con la sorella Angela gestiscono questa piccola perla che è uno strepitoso omaggio alla terra e alle tradizioni. Entrare qui significa ripercorrere la storia dell’arte molitoria accompagnati da profumi e rumori.
Dopo aver assistito alla produzione della farina, mi sono spostato al Panificio di Gesù (www.digesu.it) dove Giuseppe mi ha accolto come un amico di vecchia data e mi ha raccontato tutto sul Pane di Altamura. Come un bambino mi sono incantato davanti alla “sfornatura” di 200 kili di Pane.
Ma non voglio svelarvi altro, vi lascio al video che ho girato in questa giornata fantastica!
Benvenuti nella città fondata da Federico II a cui è intitolato il corso pedonale che la attraversa: uno dei più belli della regione. La città ha forti contaminazioni lucane, anche se gli abitanti ci tengono ad essere fieramente pugliesi.
Il Pane di Altamura
Preparatevi a prendere qualche etto di peso, è impossibile sfuggire al profumo che esce dai panifici dove viene prodotto il famoso pane di Altamura. Proprio per scoprire al meglio questa tradizione sono andato a scoprire addirittura 2 #posticinidiV2S. Per primo ho visitato il Molino Artigianale Di benedetto (www.molinoartigianaledibenedetto.it) dove viene prodotta la materia prima.
Il famiglia Di Benedetto è giunta alla quarta generazione di mugnai e Paolo con la sorella Angela gestiscono questa piccola perla che è uno strepitoso omaggio alla terra e alle tradizioni. Entrare qui significa ripercorrere la storia dell’arte molitoria accompagnati da profumi e rumori.
Dopo aver assistito alla produzione della farina, mi sono spostato al Panificio di Gesù (www.digesu.it) dove Giuseppe mi ha accolto come un amico di vecchia data e mi ha raccontato tutto sul Pane di Altamura. Come un bambino mi sono incantato davanti alla “sfornatura” di 200 kili di Pane.
Ma non voglio svelarvi altro, vi lascio al video che ho girato in questa giornata fantastica!
La visita della città
Entrate nel centro storico dalla la secentesca Porta Bari, al cui interno sono collocate le statue dei santi protettori della città: Irene e Giuseppe.
Iniziate a percorrere il famoso Corso Federico II verso sud. Dopo un centinaio di metri vedrete sulla vostra sinistra due chiesette disposte ad angolo: San Nicola dei Greci sulla facciata a capanna notate una raffigurazione di un peccatore bollito in una pentola dai diavoli intorno e la Cappella di San Biagio dove, in un affresco, san Cristoforo regge sulla spalla Gesù.
Giunti nella centralissima Piazza Duomo troverete la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Voluta da Federico II nella prima meta del 1200, dopo un secolo fu distrutta da un terremoto e ricostruita. Negli anni è stata rimaneggiata, ampliata e modificata numerose volte con l’aggiunta di campanili, la distruzione di absidi e l’apertura di nuovi portali come quello laterale sulla piazza (detto delle Spezie dal locale mercato).
Così sobria all’esterno, una volta dentro vi sembrerà di essere in un’altra chiesa piena di stucchi, ori e marmi.
A fianco della cattedrale non potrete non notare il portale del Palazzo Vescovile del XVI secolo sede dell’Università degli Studi di Altamura (quarta del Regno Borbonico dopo Napoli, Palermo e Salerno) dal 1748 al 1811.
Continuiate a passeggiare nel centro abbandonando il corso centrale per scoprire gli innumerevoli vicoletti. Ne avete già visti molti nelle altre città pugliesi visitate finora, ma Altamura ne è particolarmente ricca. Ne esistono di due tipi: le strictule sono stretti passaggi collegano vie parallele, mentre i claustri sono vicoletti ciechi (di tipo arabo) che ogni tanto sfociano in un cortiletto più ampio quando detti “di tipo greco”. Non abbiate timore ad addentrarvi per scoprire altarini votivi, giardini condominiali, chiassosi bambini e anziane signore.
Da e per Altamura
Se raggiungete la città in auto potete lasciare il vostro mezzo in Piazza Matteotti.
Se non avete un’auto potete raggiungere Altamura con il treno. Come Gravina, la città si trova all’incrocio delle linee Spinazzola–Gioia del Colle di Trenitalia (www.trenitalia.com) e Bari–Matera/Potenza di Ferrovie Appulo Lucane (www.ferrovieappulolucane.it). Il treno impiega circa 1ora per Bari e 30 min per Matera.
Entrate nel centro storico dalla la secentesca Porta Bari, al cui interno sono collocate le statue dei santi protettori della città: Irene e Giuseppe.
Iniziate a percorrere il famoso Corso Federico II verso sud. Dopo un centinaio di metri vedrete sulla vostra sinistra due chiesette disposte ad angolo: San Nicola dei Greci sulla facciata a capanna notate una raffigurazione di un peccatore bollito in una pentola dai diavoli intorno e la Cappella di San Biagio dove, in un affresco, san Cristoforo regge sulla spalla Gesù.
Giunti nella centralissima Piazza Duomo troverete la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Voluta da Federico II nella prima meta del 1200, dopo un secolo fu distrutta da un terremoto e ricostruita. Negli anni è stata rimaneggiata, ampliata e modificata numerose volte con l’aggiunta di campanili, la distruzione di absidi e l’apertura di nuovi portali come quello laterale sulla piazza (detto delle Spezie dal locale mercato).
Così sobria all’esterno, una volta dentro vi sembrerà di essere in un’altra chiesa piena di stucchi, ori e marmi.
A fianco della cattedrale non potrete non notare il portale del Palazzo Vescovile del XVI secolo sede dell’Università degli Studi di Altamura (quarta del Regno Borbonico dopo Napoli, Palermo e Salerno) dal 1748 al 1811.
Continuiate a passeggiare nel centro abbandonando il corso centrale per scoprire gli innumerevoli vicoletti. Ne avete già visti molti nelle altre città pugliesi visitate finora, ma Altamura ne è particolarmente ricca. Ne esistono di due tipi: le strictule sono stretti passaggi collegano vie parallele, mentre i claustri sono vicoletti ciechi (di tipo arabo) che ogni tanto sfociano in un cortiletto più ampio quando detti “di tipo greco”. Non abbiate timore ad addentrarvi per scoprire altarini votivi, giardini condominiali, chiassosi bambini e anziane signore.
Da e per Altamura
Se raggiungete la città in auto potete lasciare il vostro mezzo in Piazza Matteotti.
Se non avete un’auto potete raggiungere Altamura con il treno. Come Gravina, la città si trova all’incrocio delle linee Spinazzola–Gioia del Colle di Trenitalia (www.trenitalia.com) e Bari–Matera/Potenza di Ferrovie Appulo Lucane (www.ferrovieappulolucane.it). Il treno impiega circa 1ora per Bari e 30 min per Matera.
PARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA
https://www.parcoaltamurgia.gov.it/
A nord di Gravina e Altamura inizia il Parco nazionale dell'Alta Murgia, abbreviato in PnAM che si estende nella parte più elevata dell'altopiano delle Murge per circa 700 kmq.
È un parco nazionale istituito nel 2004 per proteggere la flora e la fauna e numerose attrazioni come il Castel del Monte e altri castelli, le gravine e numerosi siti archeologici.
CASTEL DEL MONTE
www.casteldelmonte.beniculturali.it
Informazioni utili
Il castello si trova nel comune di Andria, a 17 km dalla città, nei pressi della località di Santa Maria del Monte.
In bassa stagione si arriva fino in prossimità del castello, ma da aprile a ottobre bisogna lasciare l’auto in uno dei due parcheggi a pagamento a 1 km di distanza e prendere la navetta gratuita o fare una passeggiata di circa 20 minuti.
Non credo ci siano mezzi pubblici che permettano di raggiungere la fortezza dalle altre città pugliesi.
Conoscere il castello
In cima a un colle che svetta nella campagna questo stupendo castello, lascito di Federico II. Sovrano illuminato, mecenate delle arti, protagonista indiscusso della sesta crociata, ha plasmato diversi centri urbani fatti di piazzette nascoste e centri storici in tutta la Puglia.
Questa grandiosa opera architettonica, realizzata in oltre dieci anni è Patrimonio UNESCO dal 1996 per il rigore matematico e astronomico delle sue forme e per l’armoniosa unione degli elementi culturali del Nord Europa, del mondo islamico e dell’antichità classica.
La sua grandiosità non ha però sempre avuto il lustro che merita. Poco dopo il suo completamento venne adibito a carcere, fu bombardato, venne utilizzato come mulino con panetteria e forno fino ad essere abbandonato e depredato di molti arredi e decorazioni. Solo negli anni ’80 del secolo scorso venne restaurato “come si deve” e restituito al suo splendore.
L'edificio è a pianta ottagonale, a ogni spigolo si innesta una torretta a sua volta ottagonale (lato 2,70 m), come ottagonale è la pianta della corte. Il diametro dell'intero castello è di 40 m, mentre il diametro di ogni torre è di 7,90 m. Le torri sono alte 23 m e superano di poco l'altezza delle pareti del cortile interno (20,50 m).
Il numero otto ricorre anche in vari altri elementi di questa costruzione: i fiori sulle cornici del portale di ingresso, le foglie sui capitelli nelle stanze, le foglie sulla chiave di volta di alcune sale…
Nel tempo si sono susseguite diverse ipotesi circa un utilizzo alternativo da quella di castello.
A causa dei forti simbolismi di cui è intriso, è stato ipotizzato che la costruzione potesse essere una sorta di tempio religioso o del sapere.
A causa dei molteplici e ingegnosi sistemi di canalizzazione e raccolta dell'acqua e della presenza delle più antiche stanze da bagno della storia, un’altra ipotesi assegnerebbe alla costruzione la funzione di centro benessere sul modello dell'hammam arabo.
La costruzione è stata spesso oggetto di interpretazioni "esoteriche" a volte avvallate e altre smentite da diversi studiosi.
https://www.parcoaltamurgia.gov.it/
A nord di Gravina e Altamura inizia il Parco nazionale dell'Alta Murgia, abbreviato in PnAM che si estende nella parte più elevata dell'altopiano delle Murge per circa 700 kmq.
È un parco nazionale istituito nel 2004 per proteggere la flora e la fauna e numerose attrazioni come il Castel del Monte e altri castelli, le gravine e numerosi siti archeologici.
CASTEL DEL MONTE
www.casteldelmonte.beniculturali.it
Informazioni utili
Il castello si trova nel comune di Andria, a 17 km dalla città, nei pressi della località di Santa Maria del Monte.
In bassa stagione si arriva fino in prossimità del castello, ma da aprile a ottobre bisogna lasciare l’auto in uno dei due parcheggi a pagamento a 1 km di distanza e prendere la navetta gratuita o fare una passeggiata di circa 20 minuti.
Non credo ci siano mezzi pubblici che permettano di raggiungere la fortezza dalle altre città pugliesi.
Conoscere il castello
In cima a un colle che svetta nella campagna questo stupendo castello, lascito di Federico II. Sovrano illuminato, mecenate delle arti, protagonista indiscusso della sesta crociata, ha plasmato diversi centri urbani fatti di piazzette nascoste e centri storici in tutta la Puglia.
Questa grandiosa opera architettonica, realizzata in oltre dieci anni è Patrimonio UNESCO dal 1996 per il rigore matematico e astronomico delle sue forme e per l’armoniosa unione degli elementi culturali del Nord Europa, del mondo islamico e dell’antichità classica.
La sua grandiosità non ha però sempre avuto il lustro che merita. Poco dopo il suo completamento venne adibito a carcere, fu bombardato, venne utilizzato come mulino con panetteria e forno fino ad essere abbandonato e depredato di molti arredi e decorazioni. Solo negli anni ’80 del secolo scorso venne restaurato “come si deve” e restituito al suo splendore.
L'edificio è a pianta ottagonale, a ogni spigolo si innesta una torretta a sua volta ottagonale (lato 2,70 m), come ottagonale è la pianta della corte. Il diametro dell'intero castello è di 40 m, mentre il diametro di ogni torre è di 7,90 m. Le torri sono alte 23 m e superano di poco l'altezza delle pareti del cortile interno (20,50 m).
Il numero otto ricorre anche in vari altri elementi di questa costruzione: i fiori sulle cornici del portale di ingresso, le foglie sui capitelli nelle stanze, le foglie sulla chiave di volta di alcune sale…
Nel tempo si sono susseguite diverse ipotesi circa un utilizzo alternativo da quella di castello.
A causa dei forti simbolismi di cui è intriso, è stato ipotizzato che la costruzione potesse essere una sorta di tempio religioso o del sapere.
A causa dei molteplici e ingegnosi sistemi di canalizzazione e raccolta dell'acqua e della presenza delle più antiche stanze da bagno della storia, un’altra ipotesi assegnerebbe alla costruzione la funzione di centro benessere sul modello dell'hammam arabo.
La costruzione è stata spesso oggetto di interpretazioni "esoteriche" a volte avvallate e altre smentite da diversi studiosi.
LA VISITA
Esterno
La struttura è in bianca pietra calcarea e vi darà il benvenuto attraverso il portale di ingresso principale che si apre sulla parete ad est.
Ogni parete presenta due finestre: una monofora in corrispondenza del primo piano e una bifora per il secondo piano, eccezion fatta per le pareti con i due ingressi e per quella settentrionale che si affaccia su Andria che presenta una trifora.
Interno
Una volta entrati nel cortile interno vi sembrerà di trovarvi in un pozzo che simboleggia la conoscenza nella ideologia medievale. Le pareti sono compatte alleggerite solamente dagli archi ciechi del primo piano. Su di esse si aprono tre ingressi al piano inferiore e tre finestre a quello superiore.
Al centro del cortile pare che fosse collocata una vasca anch’essa a forma ottagonale, mentre sotto il calpestio è presente una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane,
Ogni piano è suddiviso in otto stanze, quasi tutte comunicanti dando luogo alla completa mancanza di corridoi. All’interno di tre le torri sono presenti scale a chiocciola. Ogni ambiente è simile agli altri, eppure sottilmente diverso, la simmetria non è mai perfetta.
La decorazione dell'edificio era in origine assai ricca, ma oggi è quasi del tutto scomparsa.
Esterno
La struttura è in bianca pietra calcarea e vi darà il benvenuto attraverso il portale di ingresso principale che si apre sulla parete ad est.
Ogni parete presenta due finestre: una monofora in corrispondenza del primo piano e una bifora per il secondo piano, eccezion fatta per le pareti con i due ingressi e per quella settentrionale che si affaccia su Andria che presenta una trifora.
Interno
Una volta entrati nel cortile interno vi sembrerà di trovarvi in un pozzo che simboleggia la conoscenza nella ideologia medievale. Le pareti sono compatte alleggerite solamente dagli archi ciechi del primo piano. Su di esse si aprono tre ingressi al piano inferiore e tre finestre a quello superiore.
Al centro del cortile pare che fosse collocata una vasca anch’essa a forma ottagonale, mentre sotto il calpestio è presente una grande cisterna per la raccolta delle acque piovane,
Ogni piano è suddiviso in otto stanze, quasi tutte comunicanti dando luogo alla completa mancanza di corridoi. All’interno di tre le torri sono presenti scale a chiocciola. Ogni ambiente è simile agli altri, eppure sottilmente diverso, la simmetria non è mai perfetta.
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Dove dormire a Polignano: il #posticinodiV2S
Itinerari in Puglia.
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