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NEW YORK

2015

2 - 8 novembre 2015


Per vedere le immagini di questo viaggio clicca qui.

Per le immagini del viaggio "natalizio" del 2011 clicca qui.









Volo: 
Beh che dire? Credo che il volo verso New York sia il volo di lungo raggio più inflazionato, pubblicizzato, gettonato, ricercato... (non mi vengono più in mente aggettivi con "ato").
È semplice trovare delle buone tariffe, ma proprio quando l'offerta è così ampia la ricerca diventa più affinata ed è più che mai utile conoscere le compagnie aeree e gli aeroporti. Come al solito, state attenti a non prendere subito il volo più economico, magari con 10€ in più trovate una compagnia migliore o orari che vi permettono quasi due giorni in più di viaggio...

Se vi serve aiuto contattatemi.







Trasporti:
I due modi migliori per spostarsi in città sono indubbiamente i trasporti pubblici, o il taxi a seconda del budget. Non credo che nessuno prenderebbe mai in considerazione l’idea di affittare un’auto, io almeno non la ritengo una ottima idea… Per i traporti pubblici esistono numerose soluzioni di abbonamento che vengono “caricati” su una carta magnetica chiamata Metrocard. Troverete moltissime informazioni aggiornate su svariati siti, anche in italiano, che vi permetteranno di scegliere l’alternativa migliore che fa al caso vostro.





Accomodations:
New York ha un’offerta di hotel incredibile. Purtroppo però è una città decisamente cara. È vero ci sono hotel davvero per tutti i gusti e quasi tutte le tasche, ma se paragonati ad altre destinazioni, non aspettatevi molto per la cifra che pagherete. Un altro aspetto da considerare quando si valutano gli hotel di questa città è la posizione. New York può sembrare piccola, ma non è così, scegliere bene la posizione può far risparmiare anche più di un’ora al giorno, che si evita di perdere in spostamenti. Ho sentito persone che per risparmiare qualche euro, hanno scelto di dormire nel New Yersey. Nello spirito di viaggiatore da 2 soldi non giudico di certo questa scelta, purché sia fatta volontariamente e con cognizione di causa. Considerate che tra il Jersey e Manhattan ci sono circa 45 minuti di bus senza traffico. Vuol dire perdere un’ora e mezza ogni giorno, in cinque giorni di soggiorno significa perdere quasi una giornata… La filosofia di V2S non è quella di spendere sempre il meno possibile, ma di spendere in modo intelligente per quelle che sono le proprie esigenze, questo è quello che consiglio sempre.

Se vi serve qualche dritta: contattatemi.

Il tasto qui sotto, vi aprirà un po' di motori di ricerca che vi aiuteranno a trovare l'hotel migliore per le vostre esigenze. Buona ricerca!!!








Pasti:
Chiedete e vi sarà dato... Credo che New York abbia la maggiore offerta gastronomica del pianeta. Ogni palato e ogni portafoglio sarà soddisfatto. Dai baracchini degli hot dog, ai ristoranti stellati, passando per ristorantini francesi a Greenwich, rosticcerie cinesi di Chinatown o i locali sovietici nell’East village. Basti pensare che moltissimi chef internazionali hanno fatto esperienza o continuano ad avere i loro ristoranti qui.




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Il diario del viaggio:

Voglio fare una premessa: sono già stato a New York un paio di anni fa, non posso certo definirmi un esperto, però mi sono documentato molto e, lo sappiamo tutti, tornare in un luogo per la seconda volta, è molto diverso da vivere la novità. Si impara qualche trucchetto, e si conosce già cosa merita davvero e cosa è solo una perdita di tempo. Per questo motivo i miei amici mi hanno eletto a “Cicerone” ufficiale del viaggio…
Purtroppo non sono ancora riuscito a pubblicare il diario del primo viaggio, e mi sembra inutile inserirlo dopo aver scritto questo. Se però siete interessati a vedere le foto di New York in clima natalizio potete dare una sbirciata qui.


Lunedì 2

Eccoci a Malpensa. 
Tutto è pronto, questa volta abbiamo fatto anche stampare le magliette del viaggio!!!
Finite tutte le formalità di check-in ci resta solo il tempo per un veloce panino prima dell'imbarco.
Mentre siamo in volo rivedo il programma per i prossimi giorni e cerco di capire cosa sia successo alla mia amata Gopro. Non c'è verso di farla funzionare, dovrò filmare con la reflex. Purtroppo le persone non si immaginano di essere filmate quando le inquadri con una fotocamera e soprattutto, davanti ad una Gopro si comportano in modo molto più divertente, speriamo che il video non diventi troppo noioso.
 
Welcome to the Stases!! Iniziamo subito a divertirci per le risposte assurde di Stefy all'ispettore della dogana. Gli ha appena detto che lavora in una fattoria dove fanno porte e finestre!!! Si è messo a ridere pure lui!!! Beh a dire la verità il divertimento è iniziato già in aereo, quando sia lei che Miky non sapevano che fare degli hot towels distribuiti, o quando hanno cercato di strappare dalle mani delle assistenti di volo il vassoio usato per porgere le bevande calde. Ma non voglio infierire troppo... Loro sono le “nipotine” di Cristina al loro primo viaggio importante e stanno realizzando il loro sogno di vedere New York.
 
Finalmente siamo in hotel e l'appuntamento è tra dieci minuti, al rooftop bar, proprio sul tetto del nostro edificio. La vista sull'Empire è invidiabile, ma visto che per i nostri compagni di viaggio è la prima volta a NYC, decidiamo di avventurarci a Times Square per ammirare le mille luci della great white way! Il crocevia del mondo, come viene anche spesso chiamato, è stato in passato, un mercato di cavalli e un insieme di squallidi sexy shop. Quando le insegne luminose divennero di moda nel 1906, ci si accorse che le lampadine colorate si consumavano troppo in fretta, per cui si optò per quelle bianche. È in quel momento che la zona di Broadway, con i suoi teatri illuminati di bianco, si guadagnò il nome di Great White Way.



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Martedì 3


Oggi la sveglia suona presto, ma senza grandi difficoltà grazie al jeg leg. 
Decido di iniziare l'esplorazione della città proprio da dove tutto è nato. È a Battery park che sbarcò Giovanni da Verrazzano, il primo europeo a giungere a New York, allora chiamata Man-A-Hat-A dagli indiani Lenape che abitavano la zona. Qui arrivarono anche gli olandesi quando acquistarono l'isola dai nativi americani per costruire Nuova Amsterdam. Ed è sempre in questo parco che, nel novembre del 1783, venne ammainata l'ultima bandiera inglese che sventolava nei neonati Stati Uniti d'America.

Da qui si ammira anche la Statua della Libertà, la prima cosa che vedevano i milioni di immigrati arrivando negli Stati Uniti in cerca di fortuna. Ed è proprio la "madre degli esuli", così veniva chiamata Lady Liberty dagli immigrati, la prossima tappa del nostro itinerario. Voglio ripercorrere le orme dei nostri antenati, infatti continueremo poi visitando Ellis Island. Questo centro di smistamento fu progettato per accogliere 500 mila immigrati, ma ne accolse più del doppio, stipati in spazi ristretti degli edifici sull'isola.

Tornati sull’isola di Manhattan trascorriamo un paio d'ore passeggiando per il Financial District, che rappresenta per molti l'immagine della vera New York. Spero di riuscire a far scoprire ai nostri compagni di viaggio, che la grande mela è molto più che alti grattacieli ed edifici amministrativi, c'è un mare di edifici a due o tre piani che costituisce il cuore di Manhattan, c'è uno dei più grandi parchi cittadini del mondo, ci sono vecchi edifici industriali riconvertiti in lussuosi loft e gallerie d'arte e soprattutto, New York non è solo Manhattan. La City è costituita da 5 grandi circoscrizioni (chiamate boroughs). Basti pensare che solo Brooklyn, se fosse una città a se, sarebbe la quarta più grande degli Stati Uniti. È proprio qui che passeremo il pomeriggio, gustandoci un ottimo gelato in questa calda giornata autunnale, prima di attraversare il Brooklyn bridge proprio al tramonto, per goderci il sole che sparisce dietro la Statua della Libertà.

La giornata non è finita, ci aspetta un'altra importante tappa a Lower Manhattan: il 911 museum. Durante la precedente visita a New York era ancora in costruzione, come anche la Freedom Tower, quindi sarà una novità anche per me. Difficile descrivere questo luogo, suscita in ognuno emozioni diverse, ogni persona lo vive a modo suo, ma sicuramente è un luogo toccante che fa pensare.



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Mercoledì 4

Oggi si ricomincia presto, continuiamo a sfruttare il jet leg a nostro favore e soprattutto per saltare la coda all’Empire State Building. Prima che apra siamo già in coda ai controlli di sicurezza, beh scegliere l’hotel giusto ha sempre i suoi vantaggi, abbiamo dovuto camminare solo 5 minuti e la sveglia non è stata così traumatica…
Per questa visita abbiamo perso Cri, jet leg o no, preferisce sempre dormire, soprattutto se l’alternativa è quella di salire al 102esimo piano di un edificio, soffre “leggermente” di vertigini
 
Tutti gli altri invece, sono super eccitati. Continuavano a chiedermi di questo Empire da due giorni e finalmente ci saliranno sopra e per ben due volte: di giorno e di notte!
I numeri di questo edificio sono davvero da fantascienza, non starò ad annoiarvi con le statistiche e i record, visto che li trovate ovunque, ma quello che impressiona maggiormente è il tempo di realizzazione: circa un anno!!

Terminata la visita di questo mastodonte, recuperiamo Cri in hotel e torniamo al 911 Memorial. Questa era l’unica zona del complesso che abbiamo visitato durante il viaggio del 2011. All’epoca era circondata da cantieri ed era previsto un solo ingresso a pagamento, oggi invece è un vero parco senza recinzioni. Visto che spesso sento parlare di questi luoghi con un po’ di confusione provo a spiegare le differenze tra Museo, Memoriale e Tribute Center.
Il memoriale è il parco esterno che sorge dove un tempo sorgeva Word Trade Center Plaza. La caratteristica principale sono le due enormi vasche, realizzate esattamente dove sorgevano un tempo le Torri Gemelle. Sono le due piscine con le più grandi cascate artificiali degli Stati Uniti: ognuna misura 4.000 metri quadrati.
Il National September 11 Memorial Museum si trova esattamente sotto il Memoriale, tant’è che dall’interno è possibile vedere la struttura sottostante alle fontane.
A maggio del 2014 ha aperto il 9/11 Museum, noto anche come National September 11 Memorial Museum o più semplicemente museo dell’11 settembre. L’apertura del museo ha reso accessibile a tutti, gratuitamente, la visita al Memoriale.
Il Museo ha aperto solo nel 2014. Prima di allora e ancora oggi, i tragici momenti dell’11 Settembre erano ricordati nel 9/11 Tribute Center. Si tratta di un’esposizione minore, ma non meno toccante. Si trova nelle vicinanze del Memoriale, anche qui le vittime dell’attentato vengono ricordate attraverso un percorso che fa rivivere istante per istante quel tragico 11 settembre.

Partendo da questo luogo toccante risaliamo l’isola di Manhattan attraversando il quartiere amministrativo, con tutti gli edifici che si vedono sempre nei vari telefilm polizieschi e tutti i Villages. Questa è la mia parte preferita di New York. Alcuni così piccoli come NoHo e NoLiTa, altri ormai cambiati per sempre come Little Italy e il più glamour di tutti: SoHo, ognuno attaccato all’altro, ma ognuno con la propria identità.
Grazie alle amicizie derivanti dal mio lavoro, a numerosi amici blogger e alla precedente esperienza ho recuperato tantissimi nomi di locali o negozietti interessanti. A pranzo ci fermiamo a Chinatown, proprio in uno dei ristoranti consigliatomi. Dividiamo un grande tavolo rotondo con altri ragazzi orientali e ascoltiamo i ricordi del viaggio in Cina di Roberto e Grazia, quando andarono a trovare il figlio di Roby che viveva là. Ormai loro sono dei veterani del viaggi da 2 soldi, ci hanno seguito già altre 2 volte: in Sudafrica e ad Amsterdam.  
Mostro a Miky, la nostra futura “architetta” i primi antenati dei moderni grattacieli: gli edifici con la struttura in ghisa che caratterizzano l’iron district. La ghisa aveva numerosi vantaggi: era più leggera e più economica della pietra. Permetteva inoltre, il collegamento elettrico a terra e, una volta verniciata, era impermeabile e necessitava di una manutenzione ridotta. Avendo una resistenza maggiore dei materiali tradizionali, come pietra e legno, riduceva il rischio di crolli ed era possibile per la prima volta costruire finestre di grandi dimensioni.
Attraversiamo il più grande campus privato degli Usa che ospita 50 mila studenti: la NYU (New York University) e terminiamo la nostra passeggiata in un altro dei miei luoghi preferiti: il Chelsea Market, ovviamente dopo aver ammirato il tramonto dalla High Line.
Per cena, come tutte le serate di questo viaggetto sperimentiamo un altro localino consigliato da qualche amico, lontano da quelli frequentati dai turisti.




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Giovedì 5

Dopo due giorni stupendi, oggi il sole ci ha abbandonato, il cielo è grigio e piove spesso. Devo cercare di adattare il programma al meteo, stravolgendolo un pochino.
Ogni volta che visito una città, mi piace visitare i campus universitari, sono sempre così diversi dall’idea di università che abbiamo in Italia, offrono un interessante spaccato della società e sono sempre pieni di vita. La Columbia University è tra le istituzioni accademiche più prestigiose degli Stati Uniti e del mondo. Quasi cento vincitori di Premi Nobel hanno gravitato intorno all’università, insegnandovi o laureandosi qui, e tra i quali non sono mancati gli italiani, come il fisico Enrico Fermi.

L’università si trova proprio al confine di Harlem, uno dei più grandi quartieri di New York, ma anche un mondo a sé, con le sue regole talvolta dure e un fermento culturale sorprendente. Di tutte le zone newyorkesi è stata, per lungo tempo, tra le più temute e pericolose, protagonista delle cronache locali per la decadenza degli edifici, la concentrazione di crimini e il brulicare di malviventi. Negli ultimi decenni, tuttavia, la musica è cambiata: certe porzioni di Harlem sono diventate eleganti e modaiole, e non ci sono più i pericoli di un tempo.
Adoro quest’area, forse per il fascino che ha sempre esercitato su di me la figura di Malcolm X o semplicemente perché mi ricorda una piccola Africa.

Terminata la nostra passeggiata, non senza shopping, ci dirigiamo verso il museo di storia naturale. Questo museo è veramente enorme, è impossibile visitarlo completamente in un tempo ragionevole, quindi ho preparato la visita a casa, scegliendo solo i punti salienti del museo.

Appena usciti ci mangiamo un hot dog con patatine per pranzo e ci dirigiamo verso Bryant Park per un caffè ai bordi della pista di pattinaggio. Trascorriamo il resto del pomeriggio visitando i luoghi interessanti nei dintorni come il Chrysler Building, la New York Public Library e la Grand Central Station, prima di rientrare in hotel e prepararci per la serata. Malgrado il tempo, mi sembra che il pomeriggio di oggi sia stato tra i giorni più apprezzati dai miei compagni di viaggio. Sarà forse per il clima natalizio che si respira già a Bryant Park, per la particolarità della più grande stazione ferroviaria del mondo, o forse per le tante piccole curiosità che gli ho fatto scoprire…





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Venerdì 6

Oggi ho una sorpresa per i miei amici. Li porterò fuori da New York, anzi addirittura fuori dagli Stati Uniti, in un territorio che non è di nessuno, o meglio, è un po’ di tutti. Questa visita era piaciuta particolarmente a me e Cri durante il nostro precedente viaggio e ci tengo a far rivivere questa esperienza anche ai nostri compagni di questa volta. Questa mattina visitiamo il quartier generale delle Nazioni Unite. I 30 ettari di terreno su cui sorge la sede centrale dell’ONU sono il frutto di una donazione di 8,5 milioni di dollari fatta da D. Rockefeller Jr.. Oggi quest’area non appartiene a nessuno stato, ma è di proprietà di tutti i 193 Stati che aderiscono all’organizzazione. Ieri, ad Harlem abbiamo visto l’hotel dove soggiornò Castro durante la sua visita alle Nazioni unite e oggi scopriamo che detiene ancora il record per il discorso più lungo tenuto dal leader di un singolo paese, oltre sei ore. Durante questa visita si imparano numerose curiosità, ma soprattutto si allarga la vista oltre al solito orizzonte del nostro orticello.

Terminata la visita torniamo in centro per percorrere la quinta strada e salire sul Top of the Rock. Proprio nel momento in cui siamo in cima, il cielo si apre regalandoci il meglio che può offrire quella che per me è la migliore vista su New York city…

La giornata non è finita, ci aspetta ancora il gigante dei giganti, il Metropolitan Museum of Art, o MET come lo chiamano i Newyorkesi. Questo museo occupa un’area di 185.000 metri quadrati ed è visitato ogni anno da oltre 5 milioni di persone. Questo, come il Louvre o l’Ermitage non possono di sicuro essere visti in un giorno. Per fortuna anche qui ho preparato un itinerario che, attraverso le opere più importanti e le sale principali, permette di avere una panoramica generale di questo luogo senza entrare troppo nel dettaglio.

 



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Sabato 7

Ultimo giorno a New York, è sabato e come ogni Newyorkese che si rispetti, andiamo a Central Park. Uno dei motivi principali di questo viaggio è proprio quello di vedere i colori autunnali in città, ma soprattutto nel suo più importante parco. Devo ammettere che è stato uno dei momenti più belli di questo mini viaggetto. È facile capire che sta piacendo molto a tutti, basta vedere la quantità di fotografie che stanno scattando… Non sono sicuro che esista un momento migliore per una passeggiata in questo parco, i mille colori della primavera, i prati verde smeraldo in estate, il paesaggio innevato in inverno o i colori dell’autunno, è difficile dirlo. Di una cosa sono sicuro, quello che stiamo ammirando oggi è uno degli scorci migliori che questa città può offrire e sono contento di aver pensato a questo viaggio in questo periodo.

Per salutare degnamente la città ho in serbo un’altra “sorpresa” per i miei amici. La crociera intorno all’isola di Manhattan al tramonto. Una delle mie più grandi soddisfazioni è sentire i miei compagni di viaggio che, chiacchierando tra loro riconoscono tutti luoghi in cui siamo stati e realizzano che, malgrado la grandezza di questa città, abbiamo davvero visto tutto. Riescono facilmente a distinguere tutti i quartieri che compongono New York e a riconoscerne le caratteristiche principali. La prossima volta che vedranno questi luoghi un film, una serie tv, o semplicemente li sentiranno nominare, sapranno esattamente di cosa si tratta e avranno dei bellissimi ricordi legati ad essi…


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Il viaggio è andato benissimo, siamo riusciti a rispettare tutto l’itinerario che ci eravamo prefissati, ma soprattutto tutti sono sempre stati bene e felici, non c’è mai stata alcuna incomprensione o imprevisto. Ci siamo divertiti molto, abbiamo scherzato e scoperto tutti assieme. È stato un viaggio fantastico e questo lo devo ai miei magnifici compagni di viaggio.
È ora di salutare questa città da sogno, che stupisce e sorprende ad ogni visita, ma non sono molto triste, io e Cri saremo nuovamente qui tra un paio di mesi sulla via per il Messico, purtroppo solo per una notte… Come dicono da queste parti: “stay tuned”!!


Come sempre i miei viaggi da 2 soldi sono aperti a tutti e ho in mente di tornare a New York numerose volte...

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