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PORTOGALLO

2018

9 - 20 luglio 2018



Per le immagini del viaggio clicca qui.








Volo: 
Lisbona, Porto, Faro, sono tutti aeroporti serviti d una serie infinita di voli anche low cost che partono da svariate località italiane.
Se l'offerta dall'aeroporto più vicino a voi non è variegata, provate a modificare l'itinerario in modo che inizi e finisca in città ben servite da voli a voi più congeniali.


Se vi serve aiuto contattatemi.







Trasporti:
La storia dei trasporti di quest'avventura è un pochino complessa.
Ho viaggiato da solo e avrei voluto muovermi con i mezzi pubblici o in autostop. Avevo un programma abbastanza articolato, con un ritmo non troppo  sostenuto, ma che prevedeva molte fermate. A dirla tutta non ho organizzato molto prima della partenza. Ho dato una lettura veloce alla guida, ma senza pianificare tappe e spostamenti. Volevo muovermi senza prenotazioni e senza troppi piani. In linea con questa idea di viaggio non ho prenotato nessuno spostamento e mi sono lasciato guidare dalle sensazioni del momento. Purtroppo i luoghi che mi interessavano non erano tutti raggiungibili con i mezzi pubblici e quando ho provato a fare autostop sono semprestato sfortunato, infatti, dopo i primi 3 giorni, ho deciso di affittare un'auto.

Devo ammettere che dopo questa decisione il viaggio ha preso una piega molto più semplice e piacevole, quindi mi sento proprio di consigliare l'auto per viaggiare in Portogallo.







Accomodations:
Il mio viaggio è stato in stile "zaino-in-spalla", come ho scritto prima, non ho prenotato nulla da casa. L'offerta portoghese è così ampia che basta aprire un motore di ricerca qualunque per trovare dove dormire anche il giorno stesso. Io ho sempre preferito gli ostelli, ma ci sono sistemazioni per tutti i gusti.

Se vi serve qualche dritta: contattatemi.

Il tasto qui sotto, vi aiuterà a trovare l'hotel o la guest house adatta alle vostre esigenze. Buona ricerca!!!






Pasti:
La cucina portoghese è caratterizzata dalla storia del paese fatta di incontri con culture e tradizioni diverse.
La posizione geografica del Portogallo, e la sua conformazione fisica, sono stati elementi essenziali per lo sviluppo della cucina. La pianura a sud del paese, i grandi pascoli, e le zone boschive, rappresentano l'habitat ideale per la selvaggina, una grande fonte di cibo. L'agricoltura e l'oceano Atlantico sono altre due risorse fondamentali.

Il pesce
Il paese occupa il primo posto in Europa per il più alto consumo di pesce pro capite, ed è tra i primi quattro nel mondo. In Portogallo c'è un'enorme varietà di pescato.
Un posto speciale nella cucina portoghese è occupato dal baccalà, il pesce più consumato in Portogallo.
Per la maggior parte, il merluzzo bianco viene utilizzato essiccato e salato, come vuole la tradizione peschereccia portoghese del Nord Atlantico, che sviluppò questa tecnica prima dell'invenzione dei frigoriferi. Nonostante l'invenzione dei sistemi refrigeranti, la tecnica della salatura non è andata perduta. Molteplici sono i piatti a base di baccalà.
 
Tripas à moda do Porto
La Tripas à moda do Porto è un piatto a base di trippa, guarnita con fagioli bianchi. Esistono diverse ipotesi sull'origine di questa pietanza. Nonostante non si sappia quale sia la verità, dal XVII secolo gli abitanti di Porto vengono chiamati Tripeiros, cioè mangiatori di trippa. Un altro piatto a base di trippa è la Dobrada.
 
Carne de porco à alentejana
La Carne de porco à alentejana è un piatto popolare. Nonostante il nome, la portata è originaria della regione dell'Algarve e non dell'Alentejo. Questo piatto consiste in carne di maiale cotta in padella con le vongole. In Algarve, essendo una regione vicina alla costa atlantica, i maiali sono allevati vicino al mare e nutriti con il pesce; questo piatto venne ideato per mascherare il sapore di pesce che la carne di maiale acquisiva a causa del nutrimento.
 
Alheira
La Alheira è una salsiccia originaria del Tràs-os-Montes. Viene servita assieme a patate fritte o uova fritte e, oltre alla carne tritata, contiene al suo interno una grande quantità di aglio triturato.
 
Le pasteis de nata
Chi non le ha mai mangiate?
Se non avete mai assaggiato le paste alla crema dovete farlo al più presto.
Sono piccole tortine di sfoglia farcite con una crema speciale realizzata con panna e uova che durante la cottura in forno crea un goloso strato caramellato che caratterizza questi dolcetti.
I pasteis de nata sono una preparazione tradizionale e si narra che la ricetta sia nata tra le mura di un antico monastero portoghese, il monastero di Belém, poi a seguito della chiusura dei monasteri avvenuta dopo la rivoluzione liberale nella seconda metà dell’Ottocento, gli stessi monaci per potersi mantenere, iniziarono a produrre i pasteis per una pasticceria del luogo. Da allora i pasteis de nata si diffusero in tutto il paese e ancora oggi si possono gustare nei caffè e nelle pasticcerie portoghesi a tutte le ore.
 
Un posto de'eccellenza lo occupa il vino Porto di cui però, parlo abbondantemente durante il raccondo del viaggio più avanti.





Il viaggio

Scelgo il Portogallo all’ultimo momento un po’ per caso e senza essermi documentato minimamente. Sono già stato a Lisbona qualche anno fa e ho letto qualche articolo qua e la, ma parto senza sapere cosa aspettarmi davvero. Come ho scritto prima, l’idea iniziale era quella di muovermi coi mezzi pubblici o in autostop, ma dopo 3 giorni ho abbandonato questa idea e ho affittato un’auto. Voglio fare numerose tappe in diverse città, piccoli paesi e su qualche spiaggia ogni giorno e l’unico modo per farlo è avere un mezzo proprio. Questo è il primo consiglio che mi sento di dare a riguardo di questo paese.



Faro e Tavira

Arrivo a Faro, nelle prime ore del mattino. Ormai lo saprete, adoro passeggiare nelle città semideserte ancora sonnolenti. La capitale dell’Algarve è una cittadina piccola e compatta, facile da visitare a piedi. Alcune piazzette e stradine sono cosparse di locande e taverne più o meno turistiche. L’antica cinta muraria è interrotta da qualche porta e l’edificio certamente più significativo è la cattedrale. È un’ottima base di partenza per numerose gite in giornata nei dintorni, ma la città in se non richiede più di una giornata per essere visitata al meglio.

Tra i luoghi nei dintorni decido di recarmi a Tavira, a metà strada tra Faro e il confine con la Spagna. Quest’autentica cittadina, malgrado le sue ristrette dimensioni, è davvero piacevole. Offre numerosi elementi architettonici interessanti, la possibilità di una scampagnata al mare sulla vicina Ilha de Tavira e un’atmosfera genuina, malgrado un po’ di turismo. L’importanza della presenza cattolica del passato è tangibile dalla concentrazione di chiese presenti. Non potete mancare di entrare almeno nelle più famose. Nel pomeriggio decido di rilassarmi in spiaggia, prima di rientrare a Faro col treno.




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Algarve

Oggi inizio la mi avventura lungo la costa dell’Algarve, meta ormai molto turistica, presa d’assalto da quel turismo di massa, soprattutto inglese, un po’ antipatico a chi viaggia “sul serio”. È vero, la presenza turistica in alcune località è davvero massiccia, ma devo ammettere che evitando le roccaforti colonizzate con pub e Starbucks, l’esperienza è piacevole malgrado sia luglio. Per quello che è stata la mia esperienza vi posso consigliare di evitare la tanto blasonata Albufeira, Carvoeiro e la parte di Lagos lungo il mare. Mi hanno invece positivamente stupito Ferragudo e Lagoa (anche qui tralasciando il lungomare, pieno di grandi alberghi). Ferragudo è un piccolo paesino di casette bianche che si affaccia sull’estuario di un fiume e proprio sulla spiaggia sorge un castello medievale. Questi aspetti conferiscono al villaggio un sacco di scorci fotografici, anche se devo ammettere che non mi sono avventurato troppo nelle stradine interne. Lagoa invece, è una cittadina più grandina, ma che nel suo centro ha mantenuto la sua identità di antico centro portoghese con strade lastricate e piccole taverne.






Algarve suscita certamente nella mente di chi viaggia l’immagine di scogliere ocra, mare turchese e spiagge dorate. Questo è esattamente quello che potete aspettarvi. Sicuramente avrete visto decine di immagini della Grotta di Benagil e non potete esimervi dal visitarla. Vi consiglio di andarci presto la mattina in modo da evitare innumerevoli gitanti. La grotta è senza dubbio spettacolare, ma a piedi spingetevi anche nelle spiagge vicine, anzi in quelle più lontane, calatevi giù da sentieri improbabili e raggiungete il vostro angolo privato di paradiso. Se poi siete in auto, sbizzarritevi ancora fino a raggiungere Sagres, tranquilli non potete perdervi, la fortezza di Sagres (un po’ deludente per i miei gusti) e il sorprendente faro di Cabo Sao Vincente vi segnaleranno il termine della costa sud e il “vero inizio” di quella Atlantica.



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La costa occidentale

È venuto il momento di lasciare la prua ad occidente e far rotta verso nord. L’Algarve continua ancora per un pochino, ma poi lascia spazio all’Alentejo. Questo non significa che i paesaggi peggiorino o abbiano qualcosa da invidiare, ma i colori cambiano. Questa è la costa del surf, delle onde e del vento. Il mare non può essere turchese, è blu e sulla cresta delle onde la spuma è bianca. Il giallo e l’arancione delle scogliere lasciano lo spazio al grigio e al nero e sono le tavole da surf a colorare le spiagge, non più ombrelloni asciugamani.
Praia¨da¨Arrifana, Praia¨de¨Monte¨Clérigo e Praia¨de¨Amoreira sono nomi che evocano emozioni tra gli appassionati di questo sport, ma anche i villaggi alle spalle di queste spiagge hanno molto da offrire.
Aliezul, Carrapateira, Vila Nova de Milfontes sono tutti piccoli centri con casette basse, stradine lastricate che si inerpicano sulle colline dove spesso sorge un castello o una fortezza.
La costa del surf termina, o meglio si interrompe, all’estuario del  Rio Tejo  per lasciare spazio a Lisbona e ricominciare a nord della capitale lungo spiagge e località, se possibile, ancora più mitiche.





Setubal e Sesimbra



Setubal e Sesimbra mi sono sembrate due sorelle, una un più grande, emancipata ed autentica, la seconda più contenuta, più curata, ma più attenta all'apparenza. Entrambe hanno castelli e fortezze sia in centro che in collina, qualche gioiellino architettonico sparso tra le stradine strette e alcuni angoli un pochino trasandati. Lasciate queste due cittadine alle spalle inizio a notare che l'urbanizzazione aumenta e la periferia di Lisbona si avvicina.




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Lisbona

Entro in città dal ponte 25 de Abril e la sensazione che provo mi riporta al ricordo di quando ho attraversato il Golden Gate per entrare a San Francisco. In effetti Lisbona mi ricorda molto la fredda città californiana, i tram, i saliscendi delle strade, il lungo ponte…
Come ho scritto prima, sono già stato nella capitale portoghese 4 anni fa e me ne innamorai a prima vista. Le foto che trovate nell’album provengono in parte anche da quel viaggio. Il centro non è molto grande e si gira facilmente a piedi, se siete allenati alle salite, o con i mitici tram che si arrampicano sulle colline che compongono la città.
Se devo scegliere il mio luogo preferito di Lisbona scelgo sicuramente Alfama, il quartiere moresco. Altri luoghi che porto sempre nel cuore sono Chiado e Bairro Alto dove le cremagliere trascinano i vecchi vagoncini delle funicolari su e giù per le impervie salite tra i mille clic delle fotocamere. Sicuramente particolare è anche il Convento do Carmo con le sue colonne marmoree e i suoi archi grigi che disegnano il cielo in spicchi geometrici decisamente fotogenici.


Sintra e Cabo da Roca

Lasciata la capitale mi dirigo nuovamente verso la costa per arrivare al punto più occidentale d’Europa. Lungo la strada è impossibile non fermarsi a Sintra. È una cittadina davvero curiosa, un concentrato di stranezze architettoniche. Qui si trova Il Palácio Nacional da Pena, un bizzarro capriccio di cupole a cipolla, portali moreschi, serpenti in pietra e torri merlate dipinte di rosa e giallo limone. Il palazzo è un trionfo di fantasia e colori. L’interno, eclettico e stravagante, è altrettanto insolito, e trabocca di preziose porcellane di Meissen, mobili in stile portoghese, trompe l’oeil e dipinti.

Poco più avanti è presente un’altra stravaganza architettonica. Varcare il cancello della Quinta da Regaleira è come immergersi in un altro mondo. Questo capriccio in stile neomanuelino fu concepito dallo scenografo e architetto italiano Luigi Manini su commissione di un magnate del caffè. Entrando nella villa, inizia un viaggio surreale tra caminetti riccamente scolpiti, affreschi e mosaici in vetro veneziano. È divertente anche esplorare gli allegri giardini, con sentieri che si addentrano tra il fitto fogliame e portano a capricci architettonici, fontane, grotte artificiali, laghi e grotte. Alla fine sembra che tutti i percorsi convergano verso la porta girevole di pietra che conduce al pozzo dell’iniziazione, il Poço Iniciático, profondo circa 27 m. Una scala a spirale a nove ordini (3 x 3, perché il 3 è considerato il numero perfetto) porta a misteriose gallerie scavate sottoterra e illuminate da suggestive lucine.

Per il tramonto arrivo a Cabo da Roca, qui finisce l’Europa e inizia l’oceano. Da qui solo acqua fino alle Americhe. Vedere il sole che tramonta sul vecchio continente non può lasciare indifferenti, soprattutto se per salutarlo sceglie un luogo di cotanta bellezza. Uno spazio piano di poche centinaia di metri, tutto intorno scogliere a picco, laggiù, 150 metri più sotto, le onde che si infrangono sugli scogli e alle spalle, poco più in alto, a completare questo quadro di Edward Hopper, il faro.




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Alcobaba, Batalha e Obidos


Il mattino dopo lascio la costa verso il nord del paese. Le prossime tappe saranno ricche di gioielli achitettonici, ma anche di isolati villaggi immersi nella campagna portoghese. Alcobaba e Batalha sono famosi conventi patrimonio dell’Unesco. La loro architettura gotica lascia davvero a bocca aperta anche il più cinico miscredente di architettura. È impossibile non perdersi tra i portici dei loro chiostri e rimanere stupefatti dalle navate delle chiese. Obidos invece è un piccolo paesino cinto da mura, adagiato su una collina che culmina con un piccolo castello. La via principale è piena di negozi di souvenir, piccoli banchetti che vendono liquore alle ciliegie e innumerevoli ristoranti zeppi di turisti, ma appena svoltato l’angolo in una delle strette viuzze secondarie offre numerosi scorci che sembrano un dipinto.


Tomar

Un'altra perla domina la cittadina di Tomar tra il mito e il mistero. Il Convento de Cristo era infatti il quartier generale dei leggendari cavalieri templari. Il complesso fortificato, oltre a essere una mescolanza di architettura gotica, manuelina e rinascimentale è anche ricco di curiosità e particolarità. È dotato di un acquedotto indipendente che rifornisce direttamente il convento dall’esterno. La Charola, straordinaria chiesa templare a 16 lati, concepita a imitazione della Chiesa del Santo Sepolcro di Gerusalemme, domina il complesso. Si dice che la pianta circolare e l’altezza vertiginosa consentisse ai cavalieri di partecipare alla messa in cerchio restando in sella al proprio cavallo. La finestra, o janela (in portoghese) sul lato occidentale della chiesa sembra spuntare dal muro come un’escrescenza ed è forse l’elemento più famoso e bizzarro del monastero. È la massima espressione della stravaganza dello stile manuelino: un intrico di corde ritorte, alghe e barche di sughero che rimandano all’immagine della Medusa, in cima a cui fluttuano la Croce dell’Ordine di Cristo e gli stemmi reali.



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Coimbra

Capitale medievale del Portogallo per più di un secolo e sede della migliore università del paese negli ultimi 500 anni, anche Coimbra è ricca di aspetti curiosi e particolari.
Il suo centro storico, sul versante della collina è formato da una serie di edifici costruiti nel corso di quasi un millennio. Arrancare su ripide salite o rotolare giù per rapide discese non è mai stato così piacevole. Porte moresche, scalinate medievali, portali manuelini, finestre rinascimentali, torri romaniche, una cattedrale che sembra un castello, passeggiare nelle strade del centro storico è un idillio per chi ama l’architettura come me, per non parlare poi del complesso dell’università che domina la collina. Inutile descriverlo, va visto ed assaporato lentamente. Basti pensare che la biblioteca ha oltre 60.000 libri antichi e al piano. Incredibile a dirsi, ma il rettore poteva applicare leggi tutte sue.
L’università è il centro accademico più prestigioso del Portogallo, nonché uno dei più tradizionali. Gli studenti frequentano i corsi con toghe e cappe nere, spesso con mostrine che indicano il corso di studio, la città di provenienza o altre affiliazioni. La vita universitaria è scandita da una serie di regole e consuetudini chiamate código da praxe (codice di procedura).



La valle del Duero


La mia destinazone di oggi è tra le più attese del viaggio. Guiderò verso nord fino ad incontrare il Duero, il “fiume di Porto”, ma non mi dirigerò verso la seconda città del Portogallo, girerò a destra e risalirò il fiume alla ricerca delle viti del famoso vino. Una piccola parentesi su questo vino da me quasi ignorato prima di averlo degustato e amato in questi luoghi stupendi. Vedrete sarà così anche per voi.
Furono probabilmente i romani a piantare le prime viti nella Valle del Douro circa 2000 anni fa, ed è per questo che vengono considerati i vigneti più antichi del mondo.
La valle del Douro però, è un ambiente ostile per le viti che crescono su terrazzamenti rocciosi quasi senz’acqua e con pochissima terra. Qui le condizioni climatiche sono estreme: caldo torrido in estate e temperature sotto lo zero in inverno. Per adattarsi e trovare nutrimento, le loro radici raggiungono anche i 30 m di profondità, facendosi strada fra strati di scisto acido. Solo le piante migliori resistono e sono quindi in grado di dare un vino stupefacente.
Queste condizioni non sono accettabili per la vinificazione del vino. Appena vendemmiato infatti, il vino viene trasportato (un tempo con le tipiche imbarcazioni) a Porto dove l’oceano contribuisce ad un clima mite che ne permette l’invecchiamento.
Per chiamarsi Porto un vino non può far altro che seguire questo rigido iter. Bouquet intenso, corpo vellutato e gusto abboccato. È facile innamorarsi del porto, specie se degustato con i giusti abbinamenti: formaggio, noci e frutta secca.

Il panorama lungo il Duero è mozzafiato, immaginatevi le tipiche colline piemontesi o toscane coltivate e vite, inaspritele un pochino e metteteci un grande fiume a scorrere nel mezzo. Le pendici delle colline sono piene di vigneti terrazzati e qua e là qualche quintas imbiancata a calce appollaiate in alto
Il fascino di questi luoghi è tale che nel 2001 l’UNESCO ha dichiarato l’intera regione vinicola dell’Alto Duero Patrimonio dell’Umanità.


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Porto


Il Portogallo deve il suo nome a questa città. Umile ma opulenta, la città esercita il suo fascino attraverso le vie del centro medievale, gli ottimi ristoranti specializzati in buon vino e la carismatica gente del posto.
Miradouri, tetti rossi, artisti e apprendisti un po’ ovunque, la bellezza di Porto è indefinibile come le sfumature di sapore di un porto invecchiato, da gustare in tutta calma tra i saliscendi delle vie secondarie di Miragaia, Ribeira e Massarelos. Saranno i quieti momenti di ri­flessione e le istantanee della vita quotidiana che ricorderete con maggiore nitidezza: lo sciabordare delle acque del Douro contro le banchine; il fruscio della biancheria che asciuga al vento; il tintinnio dei bicchieri di vino sotto la luna piena; il discreto abbraccio dei giovani innamorati sul lungofiume, sul muretto di una fontana, accanto a un muro cadente ricoperto di graffiti…


Qui termina il mio viaggio nel sorprendente Portogallo. Veniteci per due settimane ed esploratelo come ho fatto io, oppure scegliete un fine settimana e concentratevi sulla zona che più attira la vostra curiosità e vedrete che non potrete fare a meno di innamorarvi. Vivrete un’avventura romantica tra storia, tradizioni, arte, cultura, buon cibo, ottimo vino e una popolazione fantastica.





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