Gravina di Puglia, tutto quello che c’è da sapere
In questa pagina troverete la guida completa di Gravina di Puglia: cosa vedere, i trasporti, la storia e molte atre informazioni utili …
Questa cittadina di 44.000 abitanti sorge proprio sull’orlo dell’abisso di una profonda gravina in cui è scavato l’incredibile insediamento rupestre a riprova che la zona era già abitata nel Paleolitico. Gravina visse periodi di fortune alterne, conobbe un certo slancio in epoca medievale con l’arrivo di normanni e svevi, per poi fiorire sotto gli Orsini: una potente famiglia nobiliare a cui apparteneva anche il papa Benedetto XIII.
LA VISITA
Vi svelo subito un segreto, appena arrivato a Gravina ho riscontrato non poche difficoltà nel raccapezzarmi tra le tante chiese rupestri e gli altri luoghi da visitare. Molte hanno nomi simili, altre location non chiare e praticamente tutte chiuse al pubblico o hanno orari molto ristretti e bisogna contattare l’ente preposto per ottenerne l’apertura e la visita.
Se questo non bastasse, esistono almeno tre enti incaricati della gestione dei diversi siti. Nelle prossime righe cercherò di aiutarvi a fare chiarezza.
La città si sviluppa su un lato della gravina, che è attraversata dal famoso ponte dell’acquedotto.
L’importante struttura ad archi è alta 37 m lunga 90 m e larga 5,5 m. Collega le due sponde del torrente Gravina e fu costruito per permettere l'attraversamento del Crapo (l'antico nome del torrente Gravina), e consentire ai fedeli di raggiungere la chiesetta della Madonna della Stella.
Poco si sa circa la data della sua costruzione. Fonti storiche datano con certezza la sua esistenza almeno al 1686. Probabilmente il ponte, reso instabile dal sisma del 1686, crollò nel terremoto del 1722. Fu quindi la famiglia Orsini di Roma, che si era trasferita nel feudo di Gravina, a ordinare, intorno alla metà del Settecento, la ricostruzione e la trasformazione del ponte in acquedotto, per portare sotto le mura della città le acque delle sorgenti Sant'Angelo e San Giacomo.
La struttura sulla quale poggiava la tubatura dell'acqua che collegava le due fontane (pilacci), ancora oggi esistenti ai due lati del ponte, era molto diversa da quella che vediamo oggi. Un alluvione e numerosi interventi di restauro e consolidamento non lasciano però più molto della vecchia struttura.
Questa cittadina di 44.000 abitanti sorge proprio sull’orlo dell’abisso di una profonda gravina in cui è scavato l’incredibile insediamento rupestre a riprova che la zona era già abitata nel Paleolitico. Gravina visse periodi di fortune alterne, conobbe un certo slancio in epoca medievale con l’arrivo di normanni e svevi, per poi fiorire sotto gli Orsini: una potente famiglia nobiliare a cui apparteneva anche il papa Benedetto XIII.
LA VISITA
Vi svelo subito un segreto, appena arrivato a Gravina ho riscontrato non poche difficoltà nel raccapezzarmi tra le tante chiese rupestri e gli altri luoghi da visitare. Molte hanno nomi simili, altre location non chiare e praticamente tutte chiuse al pubblico o hanno orari molto ristretti e bisogna contattare l’ente preposto per ottenerne l’apertura e la visita.
Se questo non bastasse, esistono almeno tre enti incaricati della gestione dei diversi siti. Nelle prossime righe cercherò di aiutarvi a fare chiarezza.
La città si sviluppa su un lato della gravina, che è attraversata dal famoso ponte dell’acquedotto.
L’importante struttura ad archi è alta 37 m lunga 90 m e larga 5,5 m. Collega le due sponde del torrente Gravina e fu costruito per permettere l'attraversamento del Crapo (l'antico nome del torrente Gravina), e consentire ai fedeli di raggiungere la chiesetta della Madonna della Stella.
Poco si sa circa la data della sua costruzione. Fonti storiche datano con certezza la sua esistenza almeno al 1686. Probabilmente il ponte, reso instabile dal sisma del 1686, crollò nel terremoto del 1722. Fu quindi la famiglia Orsini di Roma, che si era trasferita nel feudo di Gravina, a ordinare, intorno alla metà del Settecento, la ricostruzione e la trasformazione del ponte in acquedotto, per portare sotto le mura della città le acque delle sorgenti Sant'Angelo e San Giacomo.
La struttura sulla quale poggiava la tubatura dell'acqua che collegava le due fontane (pilacci), ancora oggi esistenti ai due lati del ponte, era molto diversa da quella che vediamo oggi. Un alluvione e numerosi interventi di restauro e consolidamento non lasciano però più molto della vecchia struttura.
All’interno della gravina, ma sul lato opposto rispetto la città, sorgono due chiese rupestri: il Complesso delle Sette Camere e la Chiesa Rupestre della Madonna della Stella. Entrambe queste chiese sono chiuse al pubblico: la prima perché non ritenute idonee alla visita per quanto riguarda le norme di sicurezza, la seconda perché ha avuto un cedimento strutturale durante le riprese del film di James Bond.
Nel futuro potrebbero però essere messi in atto gli interventi per renderle nuovamente agibili, vi scrivo quindi i miei consigli e le informazioni per provare ad organizzare la vostra visita.
Entrambe le chiese sono gestite dalla Curia e per la visita potete scrivere a questa e-mail: bibliotecafinia@libero.it .
Il Complesso delle Sette Camere
Questo è uno dei siti archeologici più suggestivi e più ricchi di storia di tutta la civiltà rupestre appulo-lucana.
Il Complesso è un originale habitat rupestre, scavato nell’Alto Medioevo interamente nel lato occidentale della gravina. Prende il nome dalla presenza di sette ambienti intercomunicanti tra loro, su tre livelli, collegati tramite scalini.
Delle sette stanze comunicanti, una conserva ancora il profilo di una profonda cisterna, mentre la cavità esterna al complesso custodisce una croce latina, ultimo resto di una probabile chiesetta rupestre.
Completamente al di sotto del piano stradale, il complesso è accessibile percorrendo un sentiero impervio che parte da un piccolo parcheggio lungo via Madonna della Stella un centinaio di metri prima del ristorante Madonna della Stella.
La Chiesa Rupestre della Madonna della Stella
Questo Santuario del Cinquecento si affaccia sulla gravina molto più vicino al ponte rispetto al complesso precedente, ma sempre sul lato occidentale della gravina.
La chiesetta è composta di un’unica sala rettangolare, con la presenza di un vano dietro l’altare centrale, che probabilmente fungeva da sagrestia. Deve il suo nome all’affresco della Vergine con una stella sulla fronte, ritrovato sulle pareti.
Nominata santuario mariano nel 1550, secondo numerose ipotesi, la chiesa è stata in passato un luogo di culto pagano o una sinagoga, come lasciano supporre i rilievi scolpiti nel tufo e le tracce di antiche frequentazioni, sopravvissute ai successivi rifacimenti barocchi.
La Madonna della Stella è accessibile attraverso l’antica cinta muraria, percorrendo il ponte viadotto-acquedotto settecentesco ed è annunciata dal campanile ben visibile dalla strada.
Nel futuro potrebbero però essere messi in atto gli interventi per renderle nuovamente agibili, vi scrivo quindi i miei consigli e le informazioni per provare ad organizzare la vostra visita.
Entrambe le chiese sono gestite dalla Curia e per la visita potete scrivere a questa e-mail: bibliotecafinia@libero.it .
Il Complesso delle Sette Camere
Questo è uno dei siti archeologici più suggestivi e più ricchi di storia di tutta la civiltà rupestre appulo-lucana.
Il Complesso è un originale habitat rupestre, scavato nell’Alto Medioevo interamente nel lato occidentale della gravina. Prende il nome dalla presenza di sette ambienti intercomunicanti tra loro, su tre livelli, collegati tramite scalini.
Delle sette stanze comunicanti, una conserva ancora il profilo di una profonda cisterna, mentre la cavità esterna al complesso custodisce una croce latina, ultimo resto di una probabile chiesetta rupestre.
Completamente al di sotto del piano stradale, il complesso è accessibile percorrendo un sentiero impervio che parte da un piccolo parcheggio lungo via Madonna della Stella un centinaio di metri prima del ristorante Madonna della Stella.
La Chiesa Rupestre della Madonna della Stella
Questo Santuario del Cinquecento si affaccia sulla gravina molto più vicino al ponte rispetto al complesso precedente, ma sempre sul lato occidentale della gravina.
La chiesetta è composta di un’unica sala rettangolare, con la presenza di un vano dietro l’altare centrale, che probabilmente fungeva da sagrestia. Deve il suo nome all’affresco della Vergine con una stella sulla fronte, ritrovato sulle pareti.
Nominata santuario mariano nel 1550, secondo numerose ipotesi, la chiesa è stata in passato un luogo di culto pagano o una sinagoga, come lasciano supporre i rilievi scolpiti nel tufo e le tracce di antiche frequentazioni, sopravvissute ai successivi rifacimenti barocchi.
La Madonna della Stella è accessibile attraverso l’antica cinta muraria, percorrendo il ponte viadotto-acquedotto settecentesco ed è annunciata dal campanile ben visibile dalla strada.
Attraversato il ponte, il primo entrerete in citta dal Rione Piaggio: il quartiere decadente e pericolante che discende nella gola dalla città. Tra le sue irresistibili viuzze sono presenti numerose chiese rupestri come la piccola Chiesa Rupestre di San Basilio Magno dove potrete apprezzare gli otto pilastri e il piccolo altare, quella di Santa Lucia (ex Santa Maria della Neve o del Piaggio) e la Chiesa Rupestre di Santa Maria degli Angeli o delle Tombe.
Molte di queste chiese sono chiuse o difficili da trovare, ma potete rivolgevi allo IAT dove potrete procurarvi il materiale informativo e informarvi sulle visite guidate.
Risalendo dal Rione Piaggio arriverete a Piazza Notar Domenico: una sorta di anticamera del cuore monumentale della città.
Al centro della piazza sorge una fontana conosciuta come le Quattro Fontane. Fu inaugurata nel 1778 in una città da sempre afflitta dal problema idrico. L’acqua sgorga ancora oggi da due serpenti marini scolpiti.
Sulla piazza si affaccia la facciata secentesca della Chiesa di Santa Maria del Suffragio o del Purgatorio anch’essa decorata con teschi accoccolati e scritte inquietanti tipo :”quod tu es ego fui, quod ego sum tu eris” (quel che tu sei io sono stato, quel che io sono tu sarai), ma ormai ci sarete abituati.
L’edificio vicino non è un luogo di culto, anche se potrebbe sembrare, ma bensì una tra le più antiche biblioteche pugliesi: la Biblioteca Finia. Questa biblioteca con un arredamento piuttosto spoglio viene utilizza come spazio di incontro ed è gestita anch’essa dalla Curia. Per poter ammirare i più di 8000 volumi custoditi sulle sue pareti potete scrivere a bibliotecafinia@libero.it .
Molte di queste chiese sono chiuse o difficili da trovare, ma potete rivolgevi allo IAT dove potrete procurarvi il materiale informativo e informarvi sulle visite guidate.
Risalendo dal Rione Piaggio arriverete a Piazza Notar Domenico: una sorta di anticamera del cuore monumentale della città.
Al centro della piazza sorge una fontana conosciuta come le Quattro Fontane. Fu inaugurata nel 1778 in una città da sempre afflitta dal problema idrico. L’acqua sgorga ancora oggi da due serpenti marini scolpiti.
Sulla piazza si affaccia la facciata secentesca della Chiesa di Santa Maria del Suffragio o del Purgatorio anch’essa decorata con teschi accoccolati e scritte inquietanti tipo :”quod tu es ego fui, quod ego sum tu eris” (quel che tu sei io sono stato, quel che io sono tu sarai), ma ormai ci sarete abituati.
L’edificio vicino non è un luogo di culto, anche se potrebbe sembrare, ma bensì una tra le più antiche biblioteche pugliesi: la Biblioteca Finia. Questa biblioteca con un arredamento piuttosto spoglio viene utilizza come spazio di incontro ed è gestita anch’essa dalla Curia. Per poter ammirare i più di 8000 volumi custoditi sulle sue pareti potete scrivere a bibliotecafinia@libero.it .
Piazza Notar Domenico diventa poi piazza Benedetto XIII e costeggia la Cattedrale. Prima di entrare per ammirare l’interno barocco, ammirate il rosone proveniente dall’antica cattedrale normanna e affacciatevi al belvedere sulla gravina.
Anche la Cattedrale è ovviamente gestita dalla Curia e se desiderata visitarla al di fuori degli orari delle funzioni contattate l’indirizzo bibliotecafinia@libero.it
Proprio di fronte alla facciata della cattedrale sorge un piccolo, ma curioso museo che vi consiglio vivamente di visitare: il museo della Cola Cola. Questo non ha nulla a che vedere con la famosa bevanda: cola cola è infatti il nome pugliese della gazza ladra.
Marco è l’ultimo esponente di una famiglia di artigiani che con l’argilla crea dei fischietti colorati a forma appunto di gazza ladra. Con la sua infinita gentilezza sarà pronto ad accogliervi in quella che è stata la casa dei suoi avi e a spiegarvi tutti i segreti su questi piccoli capolavori.
Tra le chiese imperdibili e visitabili sempre grazie alla Curia (bibliotecafinia@libero.it) è sicuramente da menzionare San Michele delle Grotte.
Questa è la chiesa rupestre più importante di Gravina, frequentata fin dall’VIII secolo, la cripta di San Michele alle Grotte è stata l’antica cattedrale di Gravina.
Adagiata sul lato occidentale del burrone proprio di fronte alle sette camere, la chiesa è visitabile grazie alla Curia (bibliotecafinia@libero.it).
Scavata nel tufo comprende ben 5 navata sorrette da 14 pilastri. Lungo le pareti e nelle nicchie si ritrovano labili tracce di affreschi, come la Crocifissione e la raffigurazione di Cristo tra i santi Paolo e Michele.
Dalla cripta si accede alla cavità, dove è stato consumato l’eccidio dei gravinesi da parte dei saraceni, nel 999. I resti ossei dei cittadini di Gravina sono rimasti a lungo nella chiesetta, convertita per qualche tempo in cimitero.
Anche la Cattedrale è ovviamente gestita dalla Curia e se desiderata visitarla al di fuori degli orari delle funzioni contattate l’indirizzo bibliotecafinia@libero.it
Proprio di fronte alla facciata della cattedrale sorge un piccolo, ma curioso museo che vi consiglio vivamente di visitare: il museo della Cola Cola. Questo non ha nulla a che vedere con la famosa bevanda: cola cola è infatti il nome pugliese della gazza ladra.
Marco è l’ultimo esponente di una famiglia di artigiani che con l’argilla crea dei fischietti colorati a forma appunto di gazza ladra. Con la sua infinita gentilezza sarà pronto ad accogliervi in quella che è stata la casa dei suoi avi e a spiegarvi tutti i segreti su questi piccoli capolavori.
Tra le chiese imperdibili e visitabili sempre grazie alla Curia (bibliotecafinia@libero.it) è sicuramente da menzionare San Michele delle Grotte.
Questa è la chiesa rupestre più importante di Gravina, frequentata fin dall’VIII secolo, la cripta di San Michele alle Grotte è stata l’antica cattedrale di Gravina.
Adagiata sul lato occidentale del burrone proprio di fronte alle sette camere, la chiesa è visitabile grazie alla Curia (bibliotecafinia@libero.it).
Scavata nel tufo comprende ben 5 navata sorrette da 14 pilastri. Lungo le pareti e nelle nicchie si ritrovano labili tracce di affreschi, come la Crocifissione e la raffigurazione di Cristo tra i santi Paolo e Michele.
Dalla cripta si accede alla cavità, dove è stato consumato l’eccidio dei gravinesi da parte dei saraceni, nel 999. I resti ossei dei cittadini di Gravina sono rimasti a lungo nella chiesetta, convertita per qualche tempo in cimitero.
Merita anche di mettersi in contatto con l’associazione Gravina Sotterranea che vi permetterà di visitare numerosi sotterranei della città tra cantine, cisterne e cunicoli che spesso nascondono numerosi tesori.
Palazzo Pomarici Santomasi che ospita un museo sorprendentemente vario che conta, oltre alle le sette stanze dell’appartamento di rappresentanza del barone, una pinacoteca con 200 quadri del Sei-Settecento napoletano, una biblioteca con 30.000 volumi, una ricca collezione di reperti archeologici, monete, abiti d’epoca, armi e uniformi, maioliche e persino una carrozza.
Al suo interno potrete visitare addirittura la ricostruzione della cripta di San Vito Vecchio con gli originali affreschi bizantineggianti dipinti da una bottega locale nel Duecento.
Palazzo Pomarici Santomasi che ospita un museo sorprendentemente vario che conta, oltre alle le sette stanze dell’appartamento di rappresentanza del barone, una pinacoteca con 200 quadri del Sei-Settecento napoletano, una biblioteca con 30.000 volumi, una ricca collezione di reperti archeologici, monete, abiti d’epoca, armi e uniformi, maioliche e persino una carrozza.
Al suo interno potrete visitare addirittura la ricostruzione della cripta di San Vito Vecchio con gli originali affreschi bizantineggianti dipinti da una bottega locale nel Duecento.
PER e DA GRAVINA DI PUGLIA
Se raggiungete la città in auto potete lasciare il vostro mezzo nei pressi del ristorante Madonna della Stella o cercare parcheggio direttamente nelle strade del centro cittadino.
Se non avete un’auto potete raggiungere Gravina con il treno. La città si trova all’incrocio delle linee Spinazzola–Gioia del Colle di Trenitalia e Bari–Matera/Potenza delle Ferrovie Appulo Lucane. Il treno impiega circa 1h10m per Bari e 45 min per Matera.
LINK UTILI:
La guida delle Murge Pugliesi.
La guida della Puglia.
Dove dormire nelle Murge: il #posticinodiV2S.
Itinerari in Puglia.
Contattami per ricevere il .pdf della guida.
Se raggiungete la città in auto potete lasciare il vostro mezzo nei pressi del ristorante Madonna della Stella o cercare parcheggio direttamente nelle strade del centro cittadino.
Se non avete un’auto potete raggiungere Gravina con il treno. La città si trova all’incrocio delle linee Spinazzola–Gioia del Colle di Trenitalia e Bari–Matera/Potenza delle Ferrovie Appulo Lucane. Il treno impiega circa 1h10m per Bari e 45 min per Matera.
LINK UTILI:
La guida delle Murge Pugliesi.
La guida della Puglia.
Dove dormire nelle Murge: il #posticinodiV2S.
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Contattami per ricevere il .pdf della guida.