San Nicola, tutto quello che c’è da sapere
In questa pagina troverete la guida completa di San Nicola: cosa vedere, i trasporti, la storia e molte atre informazioni utili …
A differenza di San Domino, l’isola era utilizzata dai greci come base per i commerci con il Gargano e sicuramente abitata anche in epoca romana.
La chiesa e il monastero furono costruiti nell’XI secolo dai benedettini, destituiti poi dal papa e sostituiti dai cistercensi e successivamente dai lateranensi.
San Nicola fu fortificata dai monaci tra il XIII e il XV secolo per difendere dagli assalti dei pirati la celebre Abbazia di Santa Maria. Questo centro religioso era tra i più importanti del Mediterraneo, tanto da essere denominata la Montecassino del Mare. L’abbazia con mura imponenti e torri merlate, domina tuttora l’isola che ricorda un’isola greca delle Cicladi per la sua vegetazione scarsa e il terreno arido.
Alla fine del Settecento arrivarono qui i Borbone, che cacciarono i monaci e istituirono un bagno penale. Da allora San Nicola fu carcere e luogo di confino fino al ventennio fascista.
Qui ci sono molti meno turisti rispetto a San Domino, i ristorantini e gli alloggi si contano sulle dita di una mano.
A differenza di San Domino, l’isola era utilizzata dai greci come base per i commerci con il Gargano e sicuramente abitata anche in epoca romana.
La chiesa e il monastero furono costruiti nell’XI secolo dai benedettini, destituiti poi dal papa e sostituiti dai cistercensi e successivamente dai lateranensi.
San Nicola fu fortificata dai monaci tra il XIII e il XV secolo per difendere dagli assalti dei pirati la celebre Abbazia di Santa Maria. Questo centro religioso era tra i più importanti del Mediterraneo, tanto da essere denominata la Montecassino del Mare. L’abbazia con mura imponenti e torri merlate, domina tuttora l’isola che ricorda un’isola greca delle Cicladi per la sua vegetazione scarsa e il terreno arido.
Alla fine del Settecento arrivarono qui i Borbone, che cacciarono i monaci e istituirono un bagno penale. Da allora San Nicola fu carcere e luogo di confino fino al ventennio fascista.
Qui ci sono molti meno turisti rispetto a San Domino, i ristorantini e gli alloggi si contano sulle dita di una mano.
LA VISITA
Dal porto iniziate a percorrere la Salizada: la ripida strada scavata nella roccia e sorvegliata da torri di difesa.
Incontrerete:
la cinquecentesca Torre del Cavaliere del Crocefisso, con il simbolo del Golgota scolpito sull’arco della porta;
la Torre del Pennello, dove i visitatori venivano invitati a deporre le armi;
il Bastione del Cannone con una vista spettacolare;
la Torre Aragonese, dalla merlatura ghibellina, anch’essa con un bellissimo panorama sul promontorio del Gargano;
e la Torre Quadrata: l’ultimo baluardo prima di entrare nell’abbazia.
Arrivati all’Abbazia di Santa Maria, ammirate la facciata in pietra di Apricena del 1473 ed entrate dal portale rinascimentale nel meraviglioso chiostro. Al centro, il pozzo è decorato con una diomedea con un ramo di mirto (pianta sacra a Venere) nel becco. All’interno della chiesa rimarrete a bocca aperta davanti al pavimento a un mosaico dell’XI secolo che rappresenta un grifone e altri animali incorniciati da un giglio.
All’interno ci sono anche una pala d’altare ricevuta in regalo da Venezia alla fine del XV secolo come gratitudine per la libertà in mare, un crocifisso bizantino in legno dipinto e una statua della Madonna Nera probabilmente giunta qui da Costantinopoli.
Usciti dalla chiesa raggiungete il secondo chiostro rinascimentale e il Torrione dei Cavalieri di San Nicolò con una vista fantastica sul mare.
Continuate l’esplorazione imboccando il sentiero dietro l’abbazia, godendovi una passeggiata tra le piante di cappero e i panorami splendidi. Il sentiero termina al cimitero, se costeggiate il muro sinistro e scendete verso il mare dietro alcune balaustre di legno troverete una caletta di scogli fantastica.
Una curiosità: percorrendo il sentiero dopo l’abbazia attraverserete un avvallamento tutt’altro che lieve che sembra quasi voler tagliare l’isola in due. Questa depressione non è affatto naturale, è stata scavata dai monaci proprio con l’intento di dividere l’isola. Dal lato settentrionale, infatti, l’isola era molto più difficilmente difendibile dalle incursioni e decisero quindi di cercare di dividerla, anche se non riuscirono mai nell’opera.
Dal porto iniziate a percorrere la Salizada: la ripida strada scavata nella roccia e sorvegliata da torri di difesa.
Incontrerete:
la cinquecentesca Torre del Cavaliere del Crocefisso, con il simbolo del Golgota scolpito sull’arco della porta;
la Torre del Pennello, dove i visitatori venivano invitati a deporre le armi;
il Bastione del Cannone con una vista spettacolare;
la Torre Aragonese, dalla merlatura ghibellina, anch’essa con un bellissimo panorama sul promontorio del Gargano;
e la Torre Quadrata: l’ultimo baluardo prima di entrare nell’abbazia.
Arrivati all’Abbazia di Santa Maria, ammirate la facciata in pietra di Apricena del 1473 ed entrate dal portale rinascimentale nel meraviglioso chiostro. Al centro, il pozzo è decorato con una diomedea con un ramo di mirto (pianta sacra a Venere) nel becco. All’interno della chiesa rimarrete a bocca aperta davanti al pavimento a un mosaico dell’XI secolo che rappresenta un grifone e altri animali incorniciati da un giglio.
All’interno ci sono anche una pala d’altare ricevuta in regalo da Venezia alla fine del XV secolo come gratitudine per la libertà in mare, un crocifisso bizantino in legno dipinto e una statua della Madonna Nera probabilmente giunta qui da Costantinopoli.
Usciti dalla chiesa raggiungete il secondo chiostro rinascimentale e il Torrione dei Cavalieri di San Nicolò con una vista fantastica sul mare.
Continuate l’esplorazione imboccando il sentiero dietro l’abbazia, godendovi una passeggiata tra le piante di cappero e i panorami splendidi. Il sentiero termina al cimitero, se costeggiate il muro sinistro e scendete verso il mare dietro alcune balaustre di legno troverete una caletta di scogli fantastica.
Una curiosità: percorrendo il sentiero dopo l’abbazia attraverserete un avvallamento tutt’altro che lieve che sembra quasi voler tagliare l’isola in due. Questa depressione non è affatto naturale, è stata scavata dai monaci proprio con l’intento di dividere l’isola. Dal lato settentrionale, infatti, l’isola era molto più difficilmente difendibile dalle incursioni e decisero quindi di cercare di dividerla, anche se non riuscirono mai nell’opera.
LINK UTILI:
La guida delle Tremiti.
La guida della Puglia.
Dove dormire alle Tremiti.
Immersioni alle Tremiti: il #posticinodiV2S
Itinerari in Puglia.
Contattami per ricevere il .pdf della guida.
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